pmiI conti dei Comuni bloccati e penalizzati a causa della mancata Riscossione dei tributi e delle tariffe scritte in bilancio? Il dato emerge dalle tabelle presentate ieri dall’Anci nell’audizione sul Def alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.


 

La mancata riscossione di tributi e tariffe scritte in bilancio ma non incassate blocca nei conti dei Comuni 3,5 miliardi di euro. E l’effetto è destinato a salire nei prossimi anni.

 

Le linee d’azione individuate dal Documento di economia e finanza 2017 “prevedono il perseguimento di obiettivi cruciali per la stabilizzazione della finanza pubblica. Ma è assolutamente necessario escludere in modo netto ulteriori penalizzazioni economiche a scapito dei Comuni, avviando al contempo una decisa restituzione di autonomia fiscale e ordinamentale per gli enti locali, a partire dal rilancio dell’autonomia tributaria”. Lo afferma il delegato Anci alla Finanza locale, Guido Castelli, nel corso dell’audizione dell’Anci sul Def, davanti alle commissioni bilancio di Camera e Senato, spiegando: “Non dobbiamo infatti dimenticare che i Comuni, pur in assenza di tagli espliciti, dovranno subire nei prossimi anni rilevanti riduzioni di spesa derivanti dai rinnovi contrattuali del personale degli enti locali e dalla incidenza sempre maggiore del fondo crediti di dubbia esigibilità”.  (leggi il documento Anci)

 

Pur sottolineando dunque la “positiva attenzione” dell’Anci sul Def, Castelli auspica “una valutazione più organica del ruolo degli enti locali rispetto al futuro del Paese”.

 

L’esponente dell’Anci ricorda che “i Comuni risentono ancora dei 9 miliardi di tagli subiti tra il 2011 ed il 2015. Se a questo aggiungiamo gli effetti restrittivi della nuova contabilità, il blocco della leva fiscale e l’avvio della perequazione – spiega Castelli – è facile intuire la forte compressione dell’autonomia politico-amministrativa alla quale sono a tutt’oggi soggetti i Comuni. Per non parlare del fatto che, pur in assenza di nuovi tagli lineari, la spesa corrente dei Comuni continua a ridursi notevolmente, a causa tra l’altro dell’obbligo di accantonare i cosiddetti crediti di dubbia esigibilità: 3,5 miliardi, a fine 2016. Il tutto mentre il blocco della leva fiscale causa una contrazione ulteriore delle entrate correnti, pari all’1,4%”.

 

Nel corso dell’audizione, Castelli ha ribadito la richiesta dell’Anci per la proroga di un anno degli obblighi di tenuta della contabilità economico-patrimoniale, e si è inoltre soffermato “sul peso eccessivo ancora costituito dal debito sui bilanci dei Comuni, nonostante la continua diminuzione del valore assoluto per il comparto: il Def prevede una ulteriore riduzione dello stock di debito, senza entrare nel merito di strumenti per una sua necessaria ristrutturazione. Su questo tema chiediamo un confronto di ampio respiro, ispirato al principio di leale collaborazione tra le amministrazioni dello Stato”.

 

Infine, l’Anci ha chiesto che “l’applicazione delle misure previste per il contrasto alla povertà e alle diseguaglianze, a partire dell’attuazione della legge delega che ha introdotto il reddito di inclusione, si concretizzi nel puntuale coinvolgimento dei Comuni, veri protagonisti dell’attuazione delle misure volte a incentivare l’inclusione sociale”.