indebitamentoIl Rapporto sulla finanza locale 2017 del centro studi di Cassa depositi e prestiti, torna a porre l’accento, con dati nuovi, oltre ai dati su indebitamento e investimenti anche sul crollo di mutui e prestiti contratti dagli enti locali.


La necessità di condurre rigorose politiche fiscamli è stata dettata negli anni da uno stock di debito pubblico che per valore assoluto non ha eguali in Europa e, in relazione al PIL, è secondo solo a quello della Grecia. Il peso dell’eredità di politiche di bilancio poco virtuose è ineludibile e impone a tutte le istituzioni coinvolte policy virtuose. Come è noto, al netto degli aggiustamenti per privatizzazioni o esborsi una tantum, il meccanismo di evoluzione del rapporto debito/PIL si fonda sulla relazione tra tasso di interesse sul debito e tasso di crescita nominale, a cui si aggiunge il contributo del saldo annuale di bilancio. Queste determinanti non sono indipendenti tra di loro e concorrono congiuntamente alla dinamica del debito pubblico, anche se a seconda degli scenari economico/finanziari in cui si sviluppano i loro effetti possono risultare fortemente diversificati.

 

L’attuale fase congiunturale, caratterizzata da bassi tassi d’interesse e ancora debole dinamica della domanda aggregata, suggerirebbe, infatti, la necessità di orientare il mix di politiche economiche verso misure di sostegno agli investimenti pubblici che sappiano dare slancio alla ripresa e al contempo consolidare i gap infrastrutturali accumulati negli anni della crisi. Anche i risultati in termini di riduzione del debito pubblico potrebbero essere migliori di quanto si otterrebbe con il “solo” rigore di bilancio. Negli ultimi anni il consolidamento fiscale è stato principalmente conseguito con una riduzione degli investimenti pubblici, la componente certamente più produttiva della spesa, ma anche quella più facilmente “aggredibile”. Come noto, i vincoli di bilancio imposti soprattutto sugli Enti Locali hanno avuto un effetto di overshooting sulla finanza locale. Basti pensare che, in termini reali, al 2016 gli investimenti pubblici sono tornati al livello del 1995 e che il loro peso relativo sul totale della spesa pubblica è passato dal 6,2% al 4,5%.

 

In allegato il Focus completo.