Come sappiamo la Legge di Bilancio 2024 ha previsto una pesante spending review nei confronti dei Comuni che ammonta a 200 milioni di euro l’anno fino al 2028: ma quali sono gli enti esclusi ed esentati da questa sforbiciata?


Si tratta di uno degli aspetti più discussi dell’ultima Manovra, vale a dire il parametro di assegnazione dei tagli ai singoli enti locali, che tocca Comuni, Province e Città Metropolitane.

Entriamo nel merito della questione analizzando il contesto e scoprendo poi chi si salva da questi meccanismi.

L’entita e i criteri stabiliti per il taglio alla spesa pubblica

Nello specifico si tratta di un ridimensionamento, bocciato dai sindaci in Conferenza-Stato Città ma entrato comunque in vigore, pari a 250 milioni di euro, di cui:

  • 200 milioni a carico dei Comuni
  • e 50 milioni a carico di Province e Città Metropolitane.

Questo ricalibramento della spesa si basa su due criteri principali:

  • la spesa corrente degli enti locali
  • e le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) assegnate a ciascun ente, con l’esclusione delle misure completamente definanziate.

Le tabelle pubblicate il 4 luglio dal Ministero dell’Interno rappresentano il risultato di un lungo processo di revisione della bozza iniziale, dovuta al peso eccessivo della spending review sugli enti con maggiori risorse derivanti dal PNRR.

La versione finale del testo ha infatti ridotto l’impatto dei tagli per i primi anni, considerando meno pesantemente i fondi del PNRR, specialmente quelli destinati a iniziative sociali, asili nido, attrattività dei borghi e isole verdi, nonché le piccole opere di efficientamento energetico e sviluppo sostenibile. Tuttavia i Comuni non sembrano ancora pienamente soddisfatti dei correttivi, quindi potrebbero arrivare ulteriori aggiustamenti “in corsa” alle regole.

Quali sono i Comuni esclusi dalla Spending Review?

Scopriamo adesso quali sono i soggetti che si salvano da questa procedura. Non tutti gli enti locali saranno infatti colpiti in maniera uniforme dai tagli previsti dalla Legge di Bilancio 2024. Il comma 533 introduce specifiche esenzioni per alcune categorie di enti, salvaguardandoli dalla riduzione dei trasferimenti finanziari.

Stato di dissesto finanziario o in procedura di riequilibrio finanziario

Questo comma stabilisce che i Comuni in stato di dissesto finanziario o in procedura di riequilibrio finanziario alla data del 1° gennaio 2024 non saranno soggetti ai tagli. Questo riguarda i Comuni che, secondo il Testo Unico degli Enti Locali (TUEL), si trovano in situazioni di gravi difficoltà economiche e hanno avviato processi di risanamento finanziario.

I principali riferimenti normativi sono:

  • articolo 244 del TUEL: definisce il dissesto finanziario come la condizione in cui un ente locale non può garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili;
  • articolo 243-bis del TUEL: descrive la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, un percorso che permette agli enti in difficoltà di ristrutturare il proprio debito con un piano di rientro concordato.

Oltre a questi, il comma 533 prevede l’esclusione per gli enti che hanno sottoscritto specifici accordi di riequilibrio finanziario secondo le leggi precedenti:

  • Legge 234/2021, articolo 1, comma 572: consente agli enti in difficoltà di stipulare accordi con lo Stato per ottenere risorse straordinarie finalizzate al risanamento dei conti;
  • Decreto Legge 50/2022, articolo 43, comma 2: prevede ulteriori misure di sostegno finanziario per gli enti con problemi di bilancio.

Comuni “salvati” dai tagli

Tra i Comuni risparmiati, troviamo diverse città con rilevanti problematiche finanziarie, che sono stati inseriti nei programmi di risanamento e quindi esentati dalle riduzioni di budget.

Questi includono:

  • Catania
  • Napoli
  • Palermo
  • Messina
  • Reggio Calabria
  • Lecce
  • Salerno
  • Torino
  • Pescara
  • Brindisi
  • Alessandria
  • Vibo Valentia

Comuni che hanno raggiunto un accordo economico con il Governo

Un caso particolare riguarda invece i Comuni di Genova e di Venezia. Secondo il comma 8 dell’articolo 42 della Manovra 2024 i Comuni con un debito pro-capite superiore a 1.000 euro.

Ciò significa che i Comuni che hanno un debito complessivo che, diviso per il numero dei loro abitanti, supera i 1.000 euro per persona, possono stipulare specifici accordi con il Governo per ricevere risorse straordinarie.

Genova e Venezia rientrano in quest’ultima categoria: entrambi i Comuni rientrano in questa casistica e hanno potuto sottoscrivere i cosiddetti “Patti con il Governo”.