Come rispondere a una comunicazione del Fisco? Come rimediare a un errore? Come calcolare il dovuto? Tutto ciò che c’è da sapere nella nuova sezione del sito dell’Agenzia.
Una finestra sulle attività per la promozione della compliance. È quella inaugurata oggi sul portale dell’Agenzia delle Entrate per spiegare ai cittadini destinatari di una delle lettere per l’adempimento spontaneo come rispondere alla segnalazione e come aprire un canale di dialogo con il Fisco. Da qualche anno, in linea con esperienze simili già avviate in altri Paesi e con le indicazioni dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), l’Agenzia delle Entrate invia delle comunicazioni per informare i contribuenti di eventuali errori o dimenticanze in dichiarazione e metterli, così, nelle condizioni di rimediare in tempi brevi e con le sanzioni ridotte previste dal nuovo ravvedimento operoso. Non si tratta di atti impositivi, ma di lettere “bonarie”, quindi non autonomamente impugnabili, con cui il Fisco offre l’opportunità di regolarizzare la propria posizione presentando una dichiarazione integrativa, e mettersi così al riparo da eventuali e più onerosi accertamenti.
È la strategia del “cambia verso”, quella che punta su condivisione dei dati, trasparenza, dialogo, per aiutare il cittadino a essere in regola e a stare al passo con gli adempimenti. Da oggi, un’intera area del sito istituzionale raccoglie tutte le informazioni utili, i fac-simile delle lettere, le tipologie di invii, i canali di contatto per rispondere alla segnalazione del Fisco, le istruzioni su come mettersi in regola con adempimenti e pagamenti. Una strada, quella del dialogo preventivo, che nel 2016 si è concretizzata in oltre 500mila comunicazioni e mezzo miliardo di euro riportati nelle casse dello Stato. Le ultime lettere in ordine di tempo sono partite i primi di maggio e riguardano oltre 190mila soggetti Iva che non hanno presentato la relativa dichiarazione per l’anno d’imposta 2016 o che l’hanno presentata compilando solo in parte il quadro VA. Anche per loro si apre la chance della regolarizzazione: una volta ricevuta la lettera, infatti, possono segnalare alle Entrate eventuali elementi utili a giustificare l’anomalia o sanare l’irregolarità tramite il ravvedimento operoso.
La compliance per i cittadini
A chi viene inviata la comunicazione? Cosa contiene? Come si calcolano le sanzioni e gli interessi? A queste e ad altre domande risponde la sotto-area dedicata ai cittadini che hanno trovato nella buca delle lettere una comunicazione dell’Agenzia. Quelle inviate lo scorso anno hanno interessato in particolare alcune tipologie di contribuenti, che risultavano aver percepito e non dichiarato, o dichiarato solo in parte, una delle seguenti categorie di redditi:
- redditi da fabbricati derivanti da contratti di locazione di immobili (compresi quelli che hanno optato per la cedolare secca)
- redditi di lavoro dipendente o pensione
- assegni periodici corrisposti al coniuge, a seguito di separazione o divorzio
- redditi di partecipazione in società, associazioni fra artisti e professionisti, imprese familiari, aziende coniugali
- redditi di capitale relativi agli utili e altri proventi equiparati corrisposti da società di capitale o enti commerciali
- altri redditi (di lavoro autonomo non derivanti da attività professionali, redditi diversi)
- redditi d’impresa derivanti da plusvalenze e sopravvenienze attive.
Le comunicazioni, che vengono inviate tramite posta ordinaria o posta elettronica certificata ai cittadini in possesso di una casella Pec, si compongono di una lettera nella quale viene riportata l’anomalia riscontrata, l’identificativo della comunicazione, i redditi che dai dati presenti in Anagrafe tributaria non risultano dichiarati e una tabella di dettaglio. Alla lettera sono anche allegate le istruzioni sull’utilizzo del “Cassetto fiscale”, su come dialogare tramite “Civis” e le “modalità di compilazione della dichiarazione integrativa”. All’interno della nuova sezione è inoltre disponibile la guida fiscale “L’agenzia ti scrive: lettera di invito a regolarizzare possibili errori”, un manualetto in pdf che contiene tutte le informazioni utili sulle comunicazioni per la compliance.
La compliance per le imprese e i lavoratori autonomi
Ai soggetti passivi Iva, invece, l’Agenzia invia delle comunicazioni nelle quali sono riportate le anomalie riscontrate nelle loro dichiarazioni dei redditi o nelle dichiarazioni Iva, riguardanti omissioni o infedeltà riscontrate mettendo a confronto i dati dichiarati con quelli che le Entrate hanno a disposizione all’interno delle proprie banche dati. In particolare, nel 2016 sono state inviate oltre 60mila comunicazioni ad altrettanti contribuenti che non avevano inviato la dichiarazione Iva o l’avevano inviata in maniera incompleta. A fronte di questa semplice segnalazione, il 72% (oltre 43mila) ha corretto la propria posizione.
Quanto alle comunicazioni inviate quest’anno, sono già partite quelle destinate ai contribuenti che non hanno presentato, per il periodo d’imposta 2016, la dichiarazione Iva o l’hanno presentata compilando solo il quadro VA e a coloro che hanno dichiarato, per il periodo d’imposta 2014, un importo delle operazioni attive Iva inferiore a quello comunicato dai propri clienti all’Agenzia delle Entrate in base allo spesometro (articolo 21 del Dl 78/2010). In questo caso, le comunicazioni sono inviate per lo più tramite Pec (eventualmente con posta ordinaria ai contribuenti per i quali non sussiste l’obbligo di comunicazione del proprio indirizzo all’Indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata).
Come comunicare con l’Agenzia
Per conoscere tutti i canali di assistenza, basta andare sulla nuova sezione e cliccare su “Come dialogare con l’Agenzia”. In particolare, i cittadini possono contattare il Centro di assistenza multicanale (Cam), ai numeri 848.800.444 da telefono fisso e 06.96668907 da cellulare (costo in base al piano tariffario applicato dal gestore), dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17, selezionando l’opzione “servizi con operatore – comunicazione direzione centrale accertamento”. In alternativa, ci si può rivolgere alla direzione Provinciale di competenza o ancora a uno degli uffici territoriali della direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate. È possibile trasmettere la documentazione giustificativa dell’anomalia segnalata direttamente, attraverso l’applicativo Civis, in formato elettronico, presentandola alla direzione provinciale di competenza oppure tramite un intermediario abilitato ai servizi telematici di trasmissione della dichiarazione.
Come correggere gli errori commessi
Errori ed eventuali dati non dichiarati possono essere regolarizzati presentando una dichiarazione integrativa e versando le maggiori imposte dovute e gli interessi, calcolati al tasso legale annuo (dal giorno in cui il versamento avrebbe dovuto essere effettuato a quello in cui avviene effettivamente), nonché, in misura ridotta, le sanzioni specifiche delle violazioni oggetto di comunicazione. Per aiutare i contribuenti a calcolare gli interessi relativi alla maggiore imposta dovuta e le sanzioni correlate alla infedele dichiarazione in misura ridotta, l’Agenzia ha messo gratuitamente a disposizione online, all’interno della sezione “Compliance per i cittadini”, l’applicazione “Calcolo delle sanzioni e interessi”.
I contribuenti interessati dalle comunicazioni della “Compliance per le imprese e i lavoratori autonomi”, invece, devono calcolare separatamente le sanzioni ridotte correlate all’infedele dichiarazione (Irpef, Irap e Iva) e quelle relative alle violazioni eventualmente commesse (ad esempio, l’omessa fatturazione ai fini dell’imposta sul valore aggiunto o l’irregolare tenuta delle scritture contabili ai fini delle imposte dirette e dell’Iva). I versamenti (maggiore imposta, interessi e sanzione ridotta) devono essere effettuati tramite modello F24, disponibile, con le relative istruzioni di compilazione, sul sito dell’Agenzia delle Entrate, indicando nell’apposito campo il “codice atto” riportato in alto a sinistra nella lettera ricevuta.