Tax compliance, voluntary bis, contrasto all’evasione. Sono i tre pilasti su cui poggiano le strategie del Fisco per il prossimo anno: gli indirizzi per la politica fiscale e tributaria per il triennio 2017-2019, dettati a novembre dal ministro dell’Economia e delle Finanze, trovano attuazione e diventano stringenti linee guida che la direzione centrale Accertamento dell’Agenzia delle Entrate detta agli uffici. Obiettivo: predisporre le proposte di budget operativo 2017 in modo tale da superare le già buone performance realizzate tra il 2015 e il 2016. In agenda, la necessità di incrementare il numero delle verifiche e migliorare i risultati ottenuti in termini di gettito, incentivare l’adempimento spontaneo dei contribuenti e ridurre l’invasività dei controlli verso i soggetti a basso rischio. Ma anche quella di contrastare ancor più efficacemente le frodi Iva, così come i rimborsi fiscali “indebiti” e le compensazioni tramite crediti inesistenti. Senza tralasciare l’obiettivo a lungo termine: potenziare le misure per il recupero del tax gap dell’Iva.
La compliance in cima alla “to do list” per il 2017
Fin dai primi mesi del nuovo anno, l’Agenzia invierà ulteriori comunicazioni per aiutare i contribuenti ad accorgersi di errori o dimenticanze e rimediare in tempo utile. Agli uffici viene quindi chiesto di programmare un numero di risorse adeguate a garantire “qualificata assistenza e consulenza”. Calendario serrato per le lettere pro compliance inviate nel 2016 (anno 2012): gli uffici avranno tempo fino alla fine di febbraio per esaminare la documentazione presentata dai destinatari delle comunicazioni. Dopodiché partiranno i controlli per coloro che, nonostante l’alert dell’Agenzia, non hanno fornito giustificazioni rispetto all’anomalia segnalata. Le lettere non saranno inviate solo alle persone fisiche, ma anche alle imprese e ai lavoratori autonomi. Non solo: sempre nell’ottica del dialogo e della trasparenza, nel 2017 saranno valutate le iniziative da intraprendere per favorire l’emersione spontanea di basi imponibili mettendo a disposizione dei contribuenti i dati delle fatture emesse e ricevute che arriveranno all’Agenzia (articolo 4, Dl 193/2016). Quanto ai controlli, i “fari” del Fisco saranno accesi su coloro che non hanno giustificato l’anomalia segnalata e che non hanno accolto l’invito a presentare una dichiarazione integrativa. Circostanze che non potranno essere trascurate in fase di selezione delle posizioni a maggior rischio evasione: dalla “non risposta” – sia in termini di mancato ravvedimento operoso sia in termini di mancata comunicazione di elementi utili – scaturisce, infatti, sempre un elevato rischio di essere sottoposti a controllo.
Contrasto all’evasione: nel mirino i fenomeni più pericolosi
Assottigliare il tax gap dell’Iva, che, nel 2014, ha “pesato” per circa 40,2 miliardi sul Paese: un obiettivo di lungo periodo, che sarà in cima alle priorità del Fisco anche per il 2017. Nelle linee guida agli uffici si legge che le risorse dovranno essere concentrate sui contribuenti più “pericolosi” da un punto di vista fiscale: il riferimento è ai soggetti meno collaborativi e trasparenti e a coloro che hanno strutturato complessi sistemi di evasione o di frode. Nella lettera si chiede, inoltre, di quantificare le risorse in modo utile ad accrescere la maggiore imposta accertata totale e la maggiore imposta definita, anche con riferimento all’Iva. Arriva anche la richiesta di migliorare la qualità delle verifiche sulle imprese medio-grandi (con volume d’affari, ricavi o compensi dichiarati compresi tra 26 e 99,9 milioni di euro) e di incrementare quelle sui soggetti Iva. Diminuiscono i controlli sul registro – perché negli ultimi anni è sceso il numero di atti sottoposti a registrazione – ma occorre mirare con ancora più precisione: in sede di selezione degli atti da sottoporre a controllo, quindi, sarà necessario concentrare l’attenzione sui casi che presentano “significativi ed elevati profili di rischio” e fare ricorso al contraddittorio con il contribuente prima di emettere l’avviso di rettifica.
Subito al lavoro sulla voluntary disclosure
Quasi terminato, da parte delle direzioni provinciali, l’esame delle domande relative alla prima edizione della procedura di collaborazione volontaria. Quanto alla “fase due”, viene chiesto agli uffici di avviare “fin dai primi giorni del 2017” le ordinarie attività di controllo, in modo tale da accantonare capacità operativa da impiegare per controllare i versamenti completati dai contribuenti in anticipo rispetto alle scadenze di legge.
Patent box: massimo impegno
Particolare impegno anche nella trattazione delle istanze relative al patent box, l’agevolazione per i redditi derivanti dall’utilizzo di software, brevetti industriali e marchi. In particolare, alle direzioni regionali interessate viene chiesto di dar corso all’esame delle istanze presentate nel 2016.