collegato fiscale societa partecipateDopo l’approvazione definitiva del DL fiscale collegato alla stabilità 2018 ecco cosa cambia per le Società Partecipate.


Il disegno di legge di bilancio 2018 (approvato in prima lettura dal Senato e che ora passa all’esame della Camera) prevede l’abrogazione, in via pratica, della distinzione tra «partecipazioni sociali qualificate» e «partecipazioni sociali non qualificate» (essa mantiene rilievo solo per limitati fini concernenti per lo più obblighi procedurali e rapporti con i non residenti).

Ma cosa ha già messo in conto il collegato fiscale?

 

In primo luogo, con effetto dal 1° gennaio 2018, lo split payment si applica anche agli enti pubblici economici nazionali, regionali e locali, comprese le aziende speciali e le aziende pubbliche di servizi alla persona e alle fondazioni partecipate da amministrazioni pubbliche per una percentuale complessiva del fondo di dotazione non inferiore al 70%. Split payment anche per le società controllate direttamente o indirettamente da questi enti e per le società partecipate dagli stessi, per una percentuale complessiva del capitale non inferiore al 70%.

 

L’art. 3 del D.L. 16 ottobre 2017, n. 148 (decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio 2018), reca norme ampliative dell’istituto dello split payment (scissione dei pagamenti) in materia di IVA. Il comma 3 della norma citata stabilisce che le nuove disposizioni “hanno effetto a decorrere dal 1° gennaio 2018 e si applicano alle operazioni per le quali è emessa fattura a partire dalla medesima data”. Inoltre, è previsto che le modalità attuative delle nuove norme siano fissate con decreto ministeriale, da emanarsi entro 45 giorni dall’entrata in vigore del decreto legge (fissata al 16 ottobre 2017).

 

Gli elenchi pubblicati dal Mef ancora non prendono in considerazione l’estensione del meccanismo alle controllate della Pa, giacché per definire nel dettaglio tale ampliamento servirà un ulteriore decreto del Mef

 

Ricordiamo che il meccanismo della scissione dei pagamenti dell’IVA sull’acquisto di beni e servizi è già attualmente previsto per tutte le amministrazioni dello Stato, gli enti territoriali, le università, le aziende sanitarie e le società controllate dallo Stato.