catasto, fiscoIl presidente Angeletti: “La riforma del Catasto è senz’altro necessaria, ma approvarla senza aver prima avviato un progetto di riforma di abbassamento della pressione fiscale sul mattone potrebbe generare più problemi che benefici, soprattutto tra le fasce deboli già duramente colpite dalla crisi degli ultimi anni”.

 

“La riforma del Catasto è senz’altro necessaria, ma approvarla senza aver prima avviato un progetto di riforma di abbassamento della pressione fiscale sul mattone potrebbe generare più problemi che benefici, soprattutto tra le fasce deboli già duramente colpite dalla crisi degli ultimi anni.

 

Intervenire in un settore chiave come quello della casa significa coinvolgere una platea di oltre 20 milioni di cittadini e ben 60milioni di unità immobiliari. Per cui l’obiettivo di una riforma di tale portata deve essere quello di correggere le inadeguatezze che fanno pagare troppo ad alcuni e troppo poco ad altri, riducendo così la forbice del disagio sociale, e di porre le basi per una politica abitativa che tenga conto delle dinamiche sociodemografiche attuali.

 

Anche per tale ragione il testo di riforma prevedeva l’invarianza di gettito, ma se questa contiene ancora delle falle, allora forse è meglio fermarsi a riflettere, con l’obbligo di riprendere i lavori per portare a casa una riforma che abbia regole chiare ed eque e che metta d’accordo tutti”.

 

Così Valerio Angeletti, Presidente Nazionale Fimaa-Confcommercio, Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari (Agenti immobiliari, Mediatori creditizi, Mediatori merceologici e Agenti in attività finanziaria), commenta il rinvio del secondo decreto attuativo della delega fiscale in tema di immobili, che avrebbe dovuto essere portato al tavolo del Consiglio dei ministri di ieri e che di fatto sancisce una battuta d’arresto per la riforma del catasto.