I contribuenti italiani si accingono ad affrontare il cosiddetto venerdì nero della casa. Entro il 24 gennaio, è necessario versare la mini Imu (nei comuni in cui l’aliquota base è stata aumentata, il 40% di tale maggiorazione è di pertinenza dei proprietari di immobili) e il residuo Tares. Rispetto a quest’ultimo tributo, segnaliamo di seguito tutto quello che c’è da sapere.

Che cos’è? Si tratta di un tributo aggiuntivo introdotto con il decreto Salva Italia per portare nelle casse dello Stato circa 1 miliardo di euro.

Quanto si paga? Il tributo è fisso per tutti ed ammonta a 30 centesimi per metro quadro, in relazione alla superficie immobiliare soggetta a tassazione sui rifiuti.

Chi paga? Devono versare la maggiorazione tutti i cittadini che, nel 2013, hanno abitato in immobili soggetti alla Tares, a meno che il Comune non abbia deciso di anticipare il pagamento. Non ci sono dati precisi né stime in merito. Le amministrazioni comunali si sono mosse in ordine sparso. Tanto più che, inizialmente la data fissata per il saldo era il 16 dicembre 2013. Successivamente, nell’ambito della legge di Stabilità si è deciso di posticiparla al 16 gennaio, per poi spostarla ulteriormente al 24 gennaio.

Bollettini, scadenze e sanzioni Molti Comuni hanno commesso degli errori nell’invio dei bollettini precompilati o dei modelli F24. In alcuni casi, era indicata ancora la data del 16 gennaio, in altri gli invii non sono ancora stati effettuati. Nel caso in cui il contribuente paghi in ritardo la maggiorazione perché non ha ricevuto in tempo i suddetti documenti, non è soggetto a sanzioni né interessi di mora.

Tari – Dal 2014 la Tares scompare e viene sostituta dalla componente Tari della Iuc.

FONTE: CGIA Mestre