Il “Leave” ha vinto il referendum per uscire dalla Ue con il 51,89% dei voti. Scozia, Irlanda del Nord e Londra hanno votato largamente a favore del Remain. Il Galles e il resto d’Inghilterra per il Leave. Borse in picchiata ovunque, Cameron si dimette.
Gli ultimi sondaggi sono stati smentiti: il “Leave” ha vinto il referendum per uscire dalla Ue con il 51,89% dei voti. I britannici che hanno votato Leave sono stati 17.410.742. Il Remain ha ottenuto 16.141.241 voti. L’affluenza è stata del 72,2% degli aventi diritto. Scozia, Irlanda del Nord e Londra hanno votato largamente a favore del Remain. Il Galles e il resto d’Inghilterra per il Leave. In Inghilterra il Leave ha ottenuto 15,18 milioni di voti, il Remain 13,26 milioni. In Galles il Leave ha ottenuto 0,85 milioni di voti, il Remain 0,77 milioni. In Scozia il Remain ha ottenuto 1,66 milioni di voti, il Leave 1,01 milioni. In Irlanda del Nord il Remain ha ottenuto 0,44 milioni di voti, il Leave 0,35 milioni. Commentando i risultati il premier britanico, David Cameron, ha detto che è necessario che per la guida dei negoziati con l’Ue ci sia una nuova leadership. Ad ottobre, quando ci sarà l’assemblea del Partito conservatore, “ci sarà bisogno di una nuova leadership del partito e del governo”.
Venerdì nero per i mercati di tutto il mondo. Tokyo chiude la peggior seduta dal’incidente di Fukushima. Lo spread sale oltre quota 180 punti base, ma per gli analisti potrebbe raggiungere quota 200. A terrorizzare gli addetti ai lavori è anche il percorso travagliato che sancirà il divorzio tra Londra e Bruxelles perché serviranno almeno due anni di negoziati che alimenteranno solo le incertezze.
Dopo le chiusure al ribasso di quelle asiatiche, apertura drammatica per le borse di tutta Europa: -7,93% a Francoforte, -12% a Madrid, -9,90% a Parigi, -18% ad Atene e -6,70% a Londra, nel cuore della Brexit. Avvio pesantissimo per Piazza Affari, dove più di metà dei titoli, banche comprese, non riesce a fare prezzo e molti appena entrati agli scambi sono stati posti in asta di volatilità: gli indici Ftse Mib e Ftse All Share, calcolati solo sui titoli in contrattazione, fanno segnare un -10%. Se tutti i titoli fossero attivi, la perdita teorica si attesterebbe fra il 13 e il 14%. Crisi nera per Generali e UnipolSai, che perdono più del 15%, mentre Enel ed Eni cedono il 10%.