C’è tempo fino al 2 febbraio per versare la tassa di possesso. Il bollettino si può pagare on line, alla Posta, nelle delegazioni Aci e nelle tabaccherie autorizzate.

Una volta si chiamava tassa di circolazione e bisognava tenere il tagliando in bella vista sul parabrezza, per evitare la multa in caso di controllo. Adesso la verifica delle Regioni, a cui è destinato il tributo, avviene attraverso gli archivi telematici del Pubblico registro automobilistico e il responsabile del pagamento è il proprietario del veicolo, che deve conservare la ricevuta.

Chi ha un’automobile con la tassa di possesso scaduta a dicembre scorso, quindi, deve al più presto provvedere al pagamento, per evitare l’applicazione di sanzioni e interessi.

Chi e quando
Entro il 2 febbraio (la scadenza originale sarebbe il 31 gennaio che, però, quest’anno cade di sabato), va rinnovato il bollo per le automobili con più di 35 Kw di potenza (la regione Piemonte ha posticipato il pagamento al 28 febbraio); per le vetture più piccole, c’è tempo fino alla fine di febbraio, come per i motocicli.
A partire da quest’anno, non sono più valide le agevolazioni per le auto con più di venti anni di vita, per le quali è quindi dovuto il pagamento del bollo. L’esenzione rimane valida solo per le auto storiche, quelle per le quali sono passati almeno trenta anni dalla data di prima immatricolazione.

Quanto, come e dove
L’importo della tassa dipende dalla potenza del veicolo espressa in kilowatt, valore che è specificato nella carta di circolazione. Inoltre, le singole Regioni possono aumentare l’importo fino al 12 per cento.
Per essere sicuri di non sbagliare, basta collegarsi al sito dell’Agenzia delle Entrate, dove sono disponibili due applicazioni, che consentono di calcolare l’importo dovuto inserendo i dati tecnici risultanti dalla carta di circolazione o la targa del veicolo.

La tassa si può pagare presso gli uffici postali, in banca, nelle tabaccherie convenzionate e nelle delegazioni dell’Aci (attenzione, non al Pra). In alternativa, è possibile versare dagli sportelli bancomat oppure utilizzando la carta di credito sul sito dell’Aci o, ancora, con il servizio di internet banking offerto dal proprio istituto.

Il superbollo
Oltre alla tassa ordinaria, le vetture più potenti scontano un’addizionale erariale pari a 20 euro per ogni kilowatt che eccede i 185. Il relativo pagamento va effettuato, alle stesse scadenze del bollo, utilizzando il modello “F24 elementi identificativi”, senza possibilità di compensazione. Il codice tributo da indicare è il “3364”.
L’importo del superbollo diminuisce con il passare degli anni: dopo il primo quinquennio dalla data di costruzione del veicolo, si riduce al 60%; dopo dieci anni, al 30%; dopo quindici anni, va pagato solo il 15%. Quando il veicolo compie venti anni, il superbollo non è più dovuto.
L’addizionale deve essere versata dai possessori (proprietari, usufruttuari, acquirenti con patto di riservato dominio e utilizzatori a titolo di locazione finanziaria) del veicolo e non è dovuta nei casi in cui il veicolo è esentato dal bollo ordinario, come nel caso dei veicoli storici o di quelli in dotazione dei corpi armati dello Stato.

 

 

 

FONTE: Fisco Oggi – Rivista Telematica dell’Agenzia delle Entrate

 

 

 

E