bonusDossier dei servizi Bilancio di Senato e Camera: il Ddl Stabililtà vale in termini di indebitamento 28,697 miliardi nel 2016 che salgono a 31,810 se dovesse essere accolta dalla Ue la cosiddetta ‘clausola migranti’.

 

Il Ddl Stablltà vale’ in termini di indebitamento 28,697 miliardi nel 2016 che salgono a 31,810 se dovesse essere accolta dalla Ue la cosiddetta ‘ calusola migranti’. E’ quanto emerge dal dossier dei servizi Bilancio di Senato e Camera che fa riferimento al prospetto riepilogativo allegato al provvedimento. La copertura dei quasi 28,7 miliardi di impieghi (maggiori spese e minori entrate) arriva da 14,11 miliardi di nuove risorse (minori spese e maggiori entrate) e da 14,581 miliardi di maggior deficit (che salgono a 17,694 nel caso di applicazione della clausola migranti) che costituiscono dunque la ‘ manovra netta’.

 

La cifra, viene spiegato, e’ al lordo degli effetti indotti. Nel comunicato di Palazzo Chigi si fa riferimento ad un valore di 26,5 miliardi che sale a 29,6 nel caso della clausola migranti e il maggior deficit (classificato come ‘ flessibilita’ Ue’) viene fissato in 14,6 miliardi. Nella manovra le minori entrate ammontano a circa 23,8 miliardi nel 2016 (ovvero 26,4 miliardi in caso di applicazione della clausola migranti), a circa 27,8 miliardi nel 2017 e a circa 25,1 miliardi nel 2018. La sterilizzazione delle clausole di salvaguardia vale 16,8 miliardi e gli interventi Imu-Tasi costano 4,5 miliardi.

 

Nel caso di applicazione della clausola migranti. Con riduzioni dell’ aliquota Ires dal 2016, si determinerebbe un ulteriore effetto di minor gettito stimato in 2,6 miliardi per il 2016 e 870,9 milioni per il 2017 (per un totale di 2,8 miliardi nel 2017). Le maggiori entrate ammontano a circa 5,7 miliardi nel 2016, 4,5 miliardi nel 2017 e 3,2 milioni nel 2018 (ovvero 3,4 miliardi in caso di applicazione della clausola migranti). Le risorse derivanti da minori spese ammontano complessivamente a 8,3 miliardi nel 2016, 8,6 miliardi nel 2017 e 10,8 miliardi nel 2018 con una netta prevalenza di parte corrente (oltre il 75% del totale).