Una Sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Milano che farà sicuramente discutere e che riguarda un personaggio noto pressappoco a tutti: Belen Rodriguez, senza abiti per la CTP.
Per la soubrette televisiva, deve riconoscersi la deducibilità dei costi sostenuti per l’acquisto di vestiario e accessori, utilizzati direttamente per le trasmissioni. Di più. Anche i mobili acquistati per arredare la propria abitazione sono deducibili al 50%.
Secondo la Sentenza, non v’è dubbio che, in alcuni casi specifici, devono essere considerati inerenti all’attività svolta e, pertanto, il loro costo deve essere integralmente deducibile.
A parere del Collegio il concetto di deducibilità di un costo per inerenza riguarda non tanto la natura del bene o del servizio ma il suo rapporto con l’attività professionale , in relazione allo scopo perseguito al momento in cui la spesa è stata sostenuta e con riferimento a tutte le attività tipiche della professione stessa e non semplicemente ,ex post in relazione ai risultati ottenuti in termini di produzione del reddito.
Il caso degli abiti di Belen Rodriguez
Per le trasmissioni televisive è espressamente previsto che l’Artista deve usare adeguato vestiario moderno di sua proprietà (abiti,vestiti,scarpe, accessori in genere, trucchi, ecc). Le società televisive si limitano a fornire solamente particolari abiti o costumi da scena legati a determinate coreografie, sketch che vengono realizzati dalle sartorie delle trasmissioni stesse.
Pertanto l’inerenza e la deducibilità forfettaria del 50% di detti costi all’attività professionale è oggettivamente dimostrata dai contratti televisivi prodotti in atti.
Oltretutto l’abitazione nel caso in questione risultava utilizzata ad uso promiscuo sia per l’attività professionale che per la vita privata. Di conseguenza è ragionevole che l’acquisto di mobilio per arredare in modo appropriato le stanze dalla stessa utilizzate per rilasciare interviste, scattare foto,realizzare videoclip, ecc. sia deducibile nella misura forfettaria del 50%. Chiaramente, il costo dei mobili e degli arredi deve rientrare in una certa proporzionalità tra costi affrontati per l’acquisto e i ricavi conseguiti.
Conclusioni
La Suprema Corte con le sentenze dal n. 3672 al n. 3682, tutte depositate il 13/02/2007, ha stabilito che l’IRAP è applicabile, in via astratta, alla categoria dei professionisti e dei lavoratori autonomi, in quanto colpisce un fatto economico diverso dal reddito, (fatto) costituito dal valore aggiunto prodotto dalle attività autonomamente organizzate.
Inoltre, l’assoggettabilità all’IRAP degli esercenti arti e professioni deve essere esclusa nel caso concreto in cui la loro attività professionale sia svolta in assenza di elementi di autonoma organizzazione di capitali o lavoro altrui e può escludersi quando il risultato economico trovi ragioni esclusivamente nella autoorganizzazione del professionista o comunque quando l’organizzazione da lui predisposta abbia incidenza marginale e non richieda la necessità di coordinamenti (situazione che si riscontra, in genere, nella disponibilità di pochi arredi di ufficio o strumenti di lavoro, quali,ad esempio, fotocopiatrice, fax, cellulare, materiale di cancelleria, autovettura, eccetera) ovvero quando i mezzi personali e materiali di cui sia avvalso il contribuente costituiscano un mero ausilio alla sua attività.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it