Il CdM ha dato il via libera al provvedimento che introduce ufficialmente anche in Italia le norme Ue che limitano le commissioni interbancarie sui pagamenti elettronici. Previsto un periodo transitorio da aprile 2018 a fine 2020.
Via libera dal Consiglio dei ministri al decreto che recepisce la direttiva europea in materia di servizi di pagamento e di commissioni interbancarie sulle operazioni con le carte di pagamento. Il provvedimento adegua la normativa nazionale al regolamento Ue Ifr (Interchange fees regulation) che mira ad accrescere il livello di trasparenza, concorrenza e d’integrazione del mercato europeo delle carte di pagamento. In base ai pareri parlamentari, nel testo sono state introdotte alcune integrazioni e specificazioni che vanno nella direzione di aumentare la trasparenza e la tutela per i nuovi prestatori di servizi di pagamento e per i consumatori.
Nello specifico, per i pagamenti tramite carta di debito e prepagata la commissione interbancaria per ogni operazione di pagamento non può essere superiore allo 0,2% del valore dell’operazione stessa, mentre per le operazioni tramite carta di credito la commissione interbancaria per operazione non può essere superiore allo 0,3% del valore dell’operazione. Inoltre il decreto stabilisce requisiti tecnici e regole commerciali uniformi, allo scopo di rafforzare l’armonizzazione del settore e garantire una maggiore sicurezza, efficienza e competitività dei pagamenti elettronici, a vantaggio di esercenti e consumatori. Vengono poi ampliati i diritti degli utenti dei servizi di pagamento (i titolari dei conti), che beneficeranno, ad esempio, di un regime di responsabilità ridotta in caso di pagamenti non autorizzati: viene ridotta da 150 a 50 euro la franchigia massima a carico degli utenti. Per promuovere la diffusione di strumenti di pagamento elettronici, si conferma il divieto di applicare un sovrapprezzo per l’utilizzo di un determinato strumento di pagamento (divieto di surcharge).
Relativamente alle commissioni interbancarie per le sole “operazioni nazionali” tramite carte di pagamento, i prestatori di servizi di pagamento saranno tenuti ad applicare, per tutti i tipi di carte, commissioni di importo ridotto per i pagamenti fino a 5 euro rispetto a quelle applicate alle operazioni di importo pari o superiore, così da promuovere l’utilizzo delle carte anche per cifre molto basse. Inoltre, sempre per quanto riguarda le sole “operazioni nazionali” tramite carta di debito, in via transitoria (fino al dicembre 2020), i prestatori di servizi potranno applicare una commissione interbancaria non superiore all’equivalente dello 0,2% calcolato sul valore medio annuo di tutte le operazioni nazionali tramite carta di debito all’interno di ciascuno schema di carta di pagamento.
Inoltre, vengono meglio precisati i casi di esclusione dall’ambito di applicazione delle norme sui servizi di pagamento, ad esempio per gli strumenti a “spendibilità limitata” (in relazione alla limitatezza delle reti commerciali in cui sono utilizzabili, alla gamma molto limitata di beni e servizi o agli specifici scopi sociali). Viene inoltre chiarita la possibilità di utilizzare il conto o credito telefonico anche per operazioni di pagamento effettuate nel quadro di un’attività di beneficenza oppure per l’acquisto di biglietti relativi a servizi di diversa natura (nel limite di spesa di 50 euro per singola operazione e comunque di 300 euro mensili).
Per quanto riguarda i controlli, il decreto designa quali autorità nazionali competenti ad assicurare l’osservanza delle relative disposizioni di attuazione della direttiva e del Regolamento la Banca d’Italia e, per alcune specifiche disposizioni, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Infine, è aggiornata l’entità delle sanzioni amministrative pecuniarie applicabili, distinguendo tra quelle applicabili alle società o agli enti e quelle applicabile alle persone fisiche