approvazione-recovery-planIl Consiglio dei ministri che si è concluso poco dopo l’una di notte ha stabilito l’approvazione del Recovery Plan.


Alla fine, nonostante la defezione di Italia Viva, arriva il via libera al cosiddetto Recovery plan.

Il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato la proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che sarà inviata alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica al fine di acquisirne le valutazioni.

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: come sarà strutturato?

Si tratta di un pacchetto di interventi, contenuti in un documento da 160 pagine, che prevede vari ambiti di intervento.

Scopriamo insieme dove saranno indirizzati questi interventi e queste nuove risorse economiche ed in quale modo.

Approvazione del Recovery Plan: i dettagli

L’azione di rilancio del Paese delineata dal Piano è guidata da obiettivi di policy e interventi connessi ai tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale.

Il Piano consente di affrontare, in modo radicale, le profonde trasformazioni imposte dalla duplice transizione, ecologica e digitale, una sfida che richiede una forte collaborazione fra pubblico e privato.

Inoltre, attraverso un approccio integrato e orizzontale, si mira al rafforzamento del ruolo della donna e al contrasto alle discriminazioni di genere, all’accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani, al riequilibrio territoriale e allo sviluppo del Mezzogiorno.

Tali priorità non sono affidate a singoli interventi circoscritti in specifiche componenti, ma perseguite in modo trasversale.

L’entità delle risorse economiche

Il Piano si articola in sei missioni, che rappresentano “aree tematiche” strutturali di intervento:

  1. digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
  2. rivoluzione verde e transizione ecologica;
  3. infrastrutture per una mobilità sostenibile;
  4. istruzione e ricerca;
  5. inclusione e coesione;
  6. salute.

A livello di risorse il pacchetto di interventi da 222,9 miliardi è partizionato nel seguente modo (vedi anche schema):

  • 46,18 miliardi per digitalizzazione e cultura
  • 68,9 per la rivoluzione digitale
  • 31,98 miliardi per le infrastrutture
  • 28,49 miliardi per l’istruzione
  • 27,62 miliardi per l’inclusione e la coesione (lavoro, famiglia, politiche sociali)
  • e 19,72 miliardi per la salute.

Come verranno impegnate le sovvenzioni nel tempo?

Il primo 70 per cento delle sovvenzioni verrà impegnato entro la fine del 2022 e speso entro la fine del 2023. Il piano prevede inoltre che il restante 30 per cento delle sovvenzioni sarà speso tra il 2023 e il 2025.

I prestiti totali aumenteranno nel corso del tempo, in linea con l’obiettivo di mantenere un livello elevato di investimenti e altre spese, in confronto all’andamento tendenziale.

Nei primi tre anni, la maggior parte degli investimenti e dei “nuovi progetti” (e quindi dello stimolo macroeconomico rispetto allo scenario di base) sarà sostenuta da sovvenzioni. Nel periodo 2024-2026, viceversa, la quota maggiore dei finanziamenti per progetti aggiuntivi arriverà dai prestiti.

Il Comunicato sul sito del Governo

A questo link il testo completo del Comunicato sul portale del Governo Italiano dedicato all’approvazione del Recovery Plan.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it