airbnb-guardia-finanza-imposte-non-riscosseNel mirino del fisco e della Guardia di Finanza c’è la nota società Airbnb: al centro della controversia ci sarebbe una notevole somma relativa a imposte non riscosse.


L’Italia ha avviato un nuovo sforzo contro l’evasione fiscale da parte delle multinazionali del web. L’Agenzia delle Entrate, in collaborazione con la Guardia di Finanza, ha sollevato una contestazione nei confronti del colosso statunitense Airbnb, evidenziando un mancato versamento di oltre 500 milioni di euro di imposte che il popolare portale per gli affitti brevi non avrebbe regolarmente versato alle casse fiscali italiane.

Questa somma richiesta rappresenta l’importo più elevato mai chiesto a un’azienda operante nel settore online, superando persino i 870 milioni di IVA oggetto di contestazione all’inizio dell’anno nei confronti del gruppo Meta, la holding che sovrintende a Facebook, Instagram e WhatsApp.

Le inquietudini che si stanno diffondendo dalla sede principale internazionale di Airbnb sembrano essere fondate, poiché la richiesta di rimborso da parte dell’Italia di 500 milioni di euro al gruppo statunitense giunge in seguito a una pronuncia della Corte di Giustizia Europea. Tale sentenza ha affermato la congruenza della legge italiana del 2017 con le norme dell’Unione Europea.

Airbnb, la Guardia di Finanza chiede le imposte non riscosse

Si stima che la piattaforma abbia accumulato un ammontare iniziale di 779 milioni di euro, derivanti dalla mancata trattenuta nei confronti degli host e dall’omessa erogazione alle casse erariali. La Guardia di Finanza sostiene che sia giunto il momento per Airbnb di effettuare il versamento. Tuttavia, si profilano due possibili scenari:

  • Airbnb potrebbe sostenere il pagamento autonomamente
  • oppure cercare di rivalersi sugli host a cui originariamente sarebbe spettato il versamento dell’imposta.

Nel maggio del 2023, la Guardia di Finanza di Milano ha raccomandato all’Agenzia delle Entrate di avviare un procedimento di verifica fiscale formale nei confronti della filiale irlandese di Airbnb. Questo accertamento riguarda la Legge del 2017 e gli obblighi di ritenuta fiscale associati agli host non professionali, per un ammontare complessivo di 779 milioni di euro. Tale cifra costituirà il punto di partenza delle trattative tra l’Agenzia e l’azienda.

Cosa accadrà adesso?

Nonostante Airbnb continui a sostenere che non rientri nell’ambito di applicazione dell’obbligo di ritenuta, sia l’azienda che le autorità fiscali stanno attivamente collaborando per risolvere la controversia. Airbnb ha dichiarato: “La società e le autorità fiscali italiane stanno lavorando attivamente per risolvere la questione“.

Una volta completato il dialogo con l’Agenzia delle Entrate, Airbnb potrebbe decidere di addebitare l’importo agli host che non hanno provveduto al pagamento della ritenuta d’acconto, anche se questa mossa potrebbe dare il via a numerose controversie legali.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it