Al Mef si studiano soluzioni mirate e selettive per tutelare i cosiddetti “esodati” del superbonus: si tratti di chi aveva avviato lavori con la speranza dello sconto in fattura o della cessione del credito e adesso si trova tagliato fuori.
Nelle ultime settimane, infatti, il dibattito è stato “scaldato” dalle richieste di tutti quei soggetti che hanno deciso di cogliere l’opportunità messa in campo dal Governo Conte per effettuare alcuni lavori di riqualificazione delle proprie abitazioni. Tuttavia a un certo punto si sono trovati vittime del meccanismo che avrebbe dovuto garantire loro la copertura dei lavori.
E per questo i cittadini chiedono al Governo Meloni di riconoscere le necessarie proroghe per avere il tempo di completare i cantieri e cedere i crediti del 2022, e di rassicurare il mercato dei crediti, per consentirne la circolazione.
Il cambiamento del Superbonus nel tempo
In principio il Superbonus al 110% era un’agevolazione prevista dal decreto rilancio, che elevava l’aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, per specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.
A seguito dell’approvazione del Dl qiuti quater lo scorso autunno, invece, è stata ridotta la quota della spesa edile che può essere coperta dall’incentivo, passando dal 110% al 90% per il 2023. La quota si ridurrà progressivamente al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025.
In pratica chi entra il 30 settembre ha completato almeno il 30% dei lavori, potrà accedere al Superbonus 110% per le spese fino al 31 marzo 2023, previa presentazione di una dichiarazione del direttore lavori, che attesti il requisito.
Chi non ha rispettato la scadenza, per le spese effettuate dopo il 30 giugno potrà godere solo di bonus minori.
Per chi, invece, inizierà i lavori a partire dal 1° gennaio 2023, spetterà il Superbonus al 90% fino al 31 dicembre 2023, a patto che l’abitazione sia principale e che il beneficiario abbia un reddito di riferimento inferiore ai 15mila euro.
In arrivo agevolazioni per gli esodati del superbonus?
Adesso il Mef sta pensando di intervenire per sopperire alle difficoltà riscontrate da chi non potrà fruire dei bonus a regime pieno.
La richiesta delle opposizioni è quella di operare una moratoria per bloccare azioni, fallimenti e pignoramenti nei confronti degli esodati del superbonus.
Il Governo però, come via di mezzo, avrebbe pensato come ipotesi di tutelare chi aveva avviato i lavori o inviato la Cilas o deliberato in condominio prima della stretta sulle cessioni varata già con il Governo Draghi (Dl 4/2022). Tuttavia sarebbe un’eccezione limitata nel tempo con un perimetro circoscritto a una platea limitata, ancora da valutare.
In tutto questo da più parti si sta chiedendo anche una proroga di sei mesi dei “cantieri” già aperti, in prima l’Ance, Associazione Nazionale Costruttori Edili. In una delle ultime audizioni, infatti, ha sottolineato le criticità dei crediti “incagliati”, che sono in grado di provocare il blocco di circa 6.000 interventi (tra unifamiliari e condomini), con ricadute negative sia in termini di imprese che di occupazione.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it