addio-supebonus-110-mercato-costruzioniA evidenziarlo è il Rapporto congiunturale Cresme sul mercato delle costruzioni, in discussione oggi: l’addio all’agevolazione del Superbonus 110 peserà negativamente sull’intero settore.


Come sappiamo, infatti, a partire da quest’anno l’aliquota per i lavori scende al 90% e le detrazioni potranno essere spalmate in 10 anni.

Ma non solo: si abbasserà ulteriormente al 70% per le spese sostenute nel 2024 e al 65% per le spese sostenute nel 2025.

L’aliquota al 110% varrà solo per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023, in caso di approvazione della delibera, che dà il via ai lavori, entro il 24 novembre 2022: la Cila deve risultare presentata entro il 25 novembre 2022.

Paradossalmente però la direttiva Europea EPBD sulle case green impone vincoli stringenti ed una azione di risanamento energetico talmente estesa da rendere evidente che un intervento pubblico sarà ancora più necessario rispetto a quanto accaduto negli ultimi due anni e mezzo.

Quindi nonostante il futuro delle agevolazioni per le ristrutturazioni sembri segnato non è escluso che l’UE imponga all’Italia di tornare sui propri passi.

Vediamo però, intanto, qual è la situazione attuale e come si sta arenando il mercato edilizio.

Il mercato delle costruzioni frena anche a causa dell’addio al Superbonus 110

A collegare lo stop all’agevolazione con la frenata del mercato delle costruzioni è il XXXIV Rapporto Congiunturale e Previsionale CRESME, presentato oggi, 27 giugno, durante un webinar.

Il mercato immobiliare infatti mostra segni inequivocabili di frenata: l’inflazione, i tassi di interesse e la politica monetaria bloccano la domanda e, in particolare, quell’importante parte del mercato residenziale che necessita dei mutui bancari.

Le dinamiche del mercato stanno determinando in molte parti del Paese una nuova questione abitativa che riguarda la mancanza di offerta di case di affitto.

Vi è inoltre una forte asimmetria tra i costi di costruzione, ancora in crescita, e i prezzi delle abitazioni usate, retaggio di un ciclo immobiliare su cui fare chiarezza.

E su questo impianto potrebbe ulteriormente portare un segno negativo proprio la fine del superbonus 110: secondo il rapporto il balzo dato dagli incentivi è stato del 70% nel 2022 rispetto ai livelli pre-pandemici (2019) ed è rimasto al 50% nel 2023. Mandare in soffitta tutto questo significa invece prevedere scenari che contemplano un -12% nel rinnovo residenziale per quest’anno che in assenza di nuove misure si aggraverà raggiungendo nel 2024 il – 22,6%.

Tuttavia grazie al PNRR l’eccezionale fase espansiva delle opere pubbliche non solo prosegue ma è in accelerazione,: però le risorse in gioco stanno mettendo a dura prova la capacità realizzativa del Paese.

Infine, a complicare ulteriormente il quadro generale, due anni di siccità si sono trasformati in questa primavera in una eccezionale, prolungata stagione di piogge intense e hanno portato alla drammatica alluvione nell’Emilia Romagna e nelle Marche: in futuro quindi anche il mercato edilizio dovrà tenere conto di questi fattori.