L’obiettivo dell’iniziativa è permettere ai giovani di entrare in aula per assistere alle udienze e per avere un primo concreto approccio con un fascicolo processuale.
Nel secondo semestre dell’anno scorso, sono state sottoscritte dalla Commissione tributaria provinciale di Ascoli Piceno due convenzioni, rispettivamente con l’Università degli studi di Macerata e con l’Università degli studi di Teramo, per consentire agli studenti di svolgere, nel corso dell’anno accademico 2013/2014, dei periodi di tirocinio, orientati alla pratica conoscenza dell’attività forense-tributaria.
L’iniziativa si rivolge a due categorie di soggetti differenti.
Con l’Università degli studi di Macerata è stata conclusa una convenzione che consentirà agli studenti iscritti per il conseguimento della laurea in giurisprudenza di entrare nella Commissione tributaria, dopo aver appreso le nozioni teoriche di base del processo e del diritto tributario, per prendere diretta cognizione delle dinamiche processuali, assistendo alle udienze e venendo a contatto con la realtà operativa entro la quale operano giudici, professionisti e funzionari amministrativi.
Anche la convenzione siglata con l’Università degli studi di Teramo prevede la partecipazione alle attività processuali, ma siccome, in questo caso, sono coinvolti discenti del master biennale in diritto tributario, ossia persone già laureate e in taluni casi già abilitate all’esercizio della professione forense o iscritte a un ordine professionale, è previsto lo svolgimento di attività a più elevato valore aggiunto. In particolare, i tirocinanti potranno esser coinvolti nella classificazione delle sentenze e potranno supportare i magistrati tributari nelle operazioni preliminari alla massimazione (attività, quest’ultima, di esclusiva competenza dei giudici).
I tirocinanti, nel corso di questa esperienza formativa, non retribuita e non assimilabile a un rapporto di lavoro dipendente, sono coinvolti assiduamente (100-180 ore di presenza) per alcuni mesi, e sono assistiti da due figure di riferimento: il tutor accademico e quello presso la Commissione, nella fattispecie il direttore della segreteria.
L’esperienza presso la Commissione tributaria consente agli studenti di maturare dei crediti accademici validi per il conseguimento del titolo di studio. Per la loro “fiscalizzazione” occorre, però, che svolgano il periodo di tirocinio con impegno. Infatti, alla conclusione è prevista la redazione da parte dei tutor di una relazione di valutazione della proficuità dell’apprendimento.
Questa osmosi tra mondo accademico e mondo operativo-processuale sta facendo registrare le prime positive ricadute. A inizio dicembre, un avvocato, discente del master organizzato dall’Ateneo teramano, ha iniziato il suo tirocinio: mettendo a frutto il suo fresco bagaglio culturale accademico, sta fornendo il suo fattivo contributo all’attività istituzionale della Commissione e, allo stesso tempo, sta arricchendo le sue conoscenze in questo particolare ambito.
Non bisogna trascurare che il processo tributario non è né ancillare rispetto a quello civile né può esser ritenuto una sua sottospecie: le peculiarità del rito fanno sì che si profili con un’identità sui generis, molto spesso trascurata, se non del tutto ignorata dagli operatori del diritto civile.
L’apertura fisica delle porte della Commissione ai giovani è un momento significativo. Infatti, ai “non addetti ai lavori” molto spesso non è chiara la differenza tra la Commissione tributaria e l’Agenzia delle Entrate. La coincidenza di ubicazione, molto frequentemente nello stesso stabile, talvolta ingenera la falsa convinzione che la prima sia una componente della seconda e quindi non sussista la terzietà che costituzionalmente dovrebbe esser propria di ogni organo giudicante.
Attraverso la frequenza dei luoghi della giustizia tributaria, i cittadini, gli studenti, i professionisti, ancora non specializzati in questo ambito, potranno constatare quanto l’eterogenesi dell’estrazione culturale e professionale dei giudici sia garanzia di competenza e di terzietà, rispetto alle parti processuali, pubbliche o private che siano.
La particolare organizzazione del processo tributario e dei suoi organi, nonché la ripartizione delle competenze amministrative e giurisdizionali, tra direttore della segreteria e presidente della Commissione tributaria, sono, d’altra parte, fondamento di quella speditezza e di quella celerità decisionale, tanto agognata in altri riti.
Per quanto, di primo acchito, un progetto di apertura all’esterno di un ufficio pubblico possa palesarsi di immediata realizzazione, considerata la peculiarità delle trattazioni giudiziarie, l’avvio di questa esperienza è stata possibile portando a compimento l’intero iter procedurale, previsto dalla normativa vigente (articolo 18, legge 196/1997, e regolamento attuativo, emanato con decreto 142/1998 del ministro del Lavoro e della Previdenza sociale) e dalle disposizioni regolamentari interne (direttiva 2/2005 del dipartimento della Funzione pubblica e direttiva 1/2013 del ministero dell’Economia e delle Finanze – direzione della Giustizia tributaria), nonché predisponendo i testi di convenzione, in modo da contemplare opportune clausole.
Infatti, le bozze di convenzione, una volta approntate, sono state sottoposte al vaglio dei competenti organi ministeriali (direzione della Giustizia tributaria) e accademici (Consiglio di facoltà), rispettivamente per il conseguimento del nulla osta e per l’adozione delle necessarie delibere.
In fase progettuale, si è dovuto affrontare un aspetto particolarmente delicato, rappresentato dalla necessità del tirocinante di esser posto nella condizione di calarsi pienamente nella realtà processuale, assicurando, contemporaneamente, la necessaria riservatezza alle parti processuali.
È noto che alle pubbliche udienze dei processi civili, penali e tributari possono assistere tutti i cittadini e, quindi, chiunque può sentire quanto le parti dichiarano in corso di dibattimento. Nonostante ciò, come si è poc’anzi detto, in relazione all’assiduità della frequenza e alla profonda immersione del tirocinante nei lavori della Commissione tributaria, si è inteso coniugare la formazione didattica con l’inibizione della diffusione di dettagli delle trattazioni, alle quali il tirocinante assista o delle quali prenda cognizione.
A garanzia delle parti processuali, quindi, nelle convenzioni sono state inserite specifiche clausole di riservatezza, per impedire la diffusione all’esterno delle identità dei contendenti e di qualsiasi dettaglio utile alla loro identificazione.
A conclusione dell’iter burocratico, è stato possibile passare alla fase operativa.
Soprattutto per una realtà quale quella ascolana, da dove molti studenti migrano verso sedi accademiche ubicate in altre città marchigiane e abruzzesi, questa iniziativa assume un particolare rilievo: oggi, i giovani ascolani possono frequentare un’istituzione presente nella loro città, per conoscerla meglio. Svolgendo il periodo di formazione pratica, potranno pregiarsi di aver scoperto, nel suo funzionamento, un’entità, pienamente nota soltanto a un ristretto nucleo di professionisti specializzati.
Ci si augura che questa iniziativa, orientata alla diffusione della cultura tributaria, possa contribuire, a suo modo, attraverso l’approccio didattico-formativo, a dare risposta alla forte istanza di giustizia fiscale, attualmente proveniente dalla società civile.
FONTE: www.fiscooggi.it (giornale on line dell’Agenzia delle Entrate)
AUTORE: Umberto Gatto