plafondOsservatorio mensile Confcommercio-Format sulle imprese del terziario: il 40,8% preferisce l’accorpamento di Imu e Tasi, il 96,7% non ritiene che gli 80 euro siano una misura sufficiente per la riduzione della pressione fiscale e per l’86,9% la riduzione del cuneo è insufficiente per il calo delle tasse sulle imprese.

 

Per la quasi totalità degli imprenditori del terziario (il 96,7%) il bonus di 80 euro non è una misura sufficiente per la riduzione della pressione fiscale mentre l’ 86,9% ritiene che l’intervento sul cuneo fiscale, escludendo il costo del lavoro dei dipendenti a tempo indeterminato dall’Irap, non basta per far calare le tasse sulle imprese. E’ quanto emerge dall’Osservatorio mensile Confcommercio-Format sulle imprese del terziario, in cui si sottolinea che il 22,5% degli imprenditori del settore vorrebbe ulteriori interventi sull’Irap, escludendo anche il costo dei lavoratori a tempo determinato.

 

Infine sull’ ipotesi governativa di introduzione di un’ unica imposta locale, la cosiddetta ” local tax”, il 40,8% preferisce l’accorpamento di Imu e Tasi, il 33% indica l’accorpamento di Imu, Tasi, Tosap e l’ imposta di pubblicità e il 26,2% sceglie l’ accorpamento di Imu, Tasi e Tari.

 

Sull’ipotesi governativa di introduzione di un’unica imposta locale, la cosiddetta “local tax”, al posto di quelle attualmente esistenti:

 

• il 40,8% delle imprese del terziario preferisce l’accorpamento di Imu e Tasi. In prevalenza sono imprese del commercio e dei servizi, di piccole dimensioni, del Centro e del Sud Italia;

 

• il 33% indica l’accorpamento di Imu, Tasi, Tosap e l’imposta di pubblicità. Sono soprattutto imprese del turismo e dei servizi, di piccole dimensioni;

 

• il 26,2% sceglie l’accorpamento di Imu, Tasi e Tari. Sono in prevalenza imprese del commercio e dei servizi, di medie e grandi dimensioni, del Nord Ovest.

 

Per maggiori dettagli consultate il file in allegato a quest’articolo.