Nel tranquillo comune di Cavallino, alle porte di Lecce, l’Agenzia delle Entrate ha bussato alla porta di una famiglia, consegnando un accertamento TARI a una bambina di un anno.
Un’inaspettata “sorpresa” da parte dell’Agenzia delle Entrate, che non consegna regali per le festività ma una cartella esattoriale intestata a una bimba di appena un anno, già iscritta al registro dei debitori.
Si tratta ovviamente di un caso che ha lasciato sconcertata la famiglia ma anche la piccola comunità locale: scopriamo nel dettaglio cosa è accaduto.
Accertamento TARI a una bambina di un anno
Il caso, che ha dell’incredibile, riguarda una madre che, nei giorni scorsi, ha ricevuto una raccomandata intestata alla figlia. Inizialmente pensava si trattasse della solita comunicazione della Asl per il vaccino, ma la postina ha chiarito che la firma spettava alla neonata. Aperta la lettera, la sorpresa: un’ingiunzione di pagamento di circa 700 euro, inclusa la sanzione, per la Tari del 2018.
La situazione assume contorni paradossali, sottolineando l’incredibile malinteso che ha coinvolto una neonata di appena un anno. La madre, sbalordita, ha cercato spiegazioni presso l’ufficio tributi del suo comune, ma lì ha ottenuto solo un consiglio enigmatico: chiamare un numero verde, che purtroppo si è rivelato inaccessibile.
Non scoraggiata, la donna ha deciso di affrontare direttamente la vicenda contattando l’Agenzia delle Entrate. Qui, la scoperta è stata sorprendente: la sua bambina risultava effettivamente iscritta nel registro dei non pagatori. L’errore commesso appare lampante: le cartelle di pagamento indicano la data di nascita della neonata, fissata a settembre 2022, ma incredibilmente si richiede il pagamento per il 2018.
Ora, la madre, supportata da un legale, cerca di risolvere questa assurda situazione.
L’ennesimo errore della burocrazia italiana
Questa discrasia temporale, oltre a generare sgomento, solleva interrogativi sul funzionamento dei sistemi amministrativi. Come può una bambina, di appena un anno, essere coinvolta in una controversia fiscale risalente a un periodo in cui non era neppure concepita?
La madre prova ora ad affrontare questo assurdo equivoco, cercando una soluzione che restituisca serenità a una situazione che appare ancor più incredibile di quanto già possa sembrare.
L’auspicio è che, superate le festività, la questione possa essere risolta definitivamente, restituendo serenità a questa famiglia colpita da un equivoco ancor prima che la piccola compisse il suo primo anno di vita.
Questa notizia oltretutto fa il giro del web e dei quotidiani cartacei a distanza di qualche settimana dal tragico evento che ha colpito un comune ligure in provincia di Genova: una donna di 88 anni si era sentita male e successivamente era morta dopo aver ricevuto una bolletta dell’acqua dall’importo sbalorditivo di 15.339 euro.
Sono casi che invitano a una riflessione ancora una volta estremamente seria: l’adeguata imputazione delle cifre e l’evitare imprecisioni nella redazione delle bollette costituiscono aspetti fondamentali che superano l’ambito puramente economico. Le fatture accurate non solo assicurano una gestione finanziaria ottimale per le famiglie, ma rivestono un ruolo determinante nella stabilità economica dei cittadini.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it