tasi grandeAbitazione in affitto: regole su pagamento della TASI


Sono in affitto da due anni. Il mio proprietario di casa sostiene che dovevo versare anche io la Tasi in qualità di inquilino. È corretto?

 

Giuseppe L.

 

Abitazione in affitto: regole su pagamento della TASI

 

A partire dal 2016 non è più dovuta la Tasi sulle abitazioni principali non di lusso. Pertanto, nel caso di un immobile in affitto adibito ad abitazione principale dell’inquilino, questi non è tenuto al pagamento del tributo. Il proprietario è, invece, soggetto alla Tasi nella percentuale (tra il 70 e il 90%) stabilita dal Comune o, in mancanza di delibera, nella misura massima del 90 per cento. Al di fuori di questa ipotesi, il presupposto dell’imposta si realizza sia per l’inquilino che per il proprietario: entrambi sono tenuti al pagamento del tributo in misura diversa e in maniera autonoma, ovvero l’occupante versa fra il 10% e il 30% dell’ammontare complessivo della Tasi, secondo quanto stabilito dal Comune, il proprietario la restante quota.

 

Il tributo per i servizi indivisibili (detto anche TASI) è stato un tributo del sistema tributario italiano.

 

Insieme con l’IMU e la tassa sui rifiuti (TARI), è una delle tre componenti dell’Imposta unica comunale (IUC) ed è stata istituita dalla legge di stabilità per il 2014 (legge 27 dicembre 2013, n. 147 come modificata dalla legge 28 dicembre 2015, n. 208 cioè la legge di stabilità per il 2016).

 

Riguarda i servizi comunali indivisibili, cioè quelli rivolti omogeneamente a tutta la collettività che ne beneficia indistintamente, con impossibilità di quantificare l’utilizzo da parte del singolo cittadino e il beneficio che lo stesso ne trae. In particolare il suo gettito va a finanziare i costi della manutenzione del verde pubblico e delle strade comunali, l’arredo urbano, l’illuminazione pubblica e l’attività svolta dalla polizia locale.

 

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