Negozi con i fiocchi neri, cartelli appesi alle vetrine e tutti con “indosso qualcosa di nero” nel giorno del termine ultimo per pagare Tares e mini Imu.

Cartelli appesi agli ingressi e sulle vetrine, fiocchi neri e poi tutti con “qualcosa di nero”. E’ stata un successo l’iniziativa dell’Ascom Confcommercio Padova contro le tasse in una giornata simbolo, quella del 24 gennaio, termine ultimo per Tares e mini Imu. “Tasse altissime, tasse astruse, tasse vessatorie. E per giunta nemmeno chiare” esordiva così il testo del cartello che i commercianti, anche a nome dei semplici cittadini sempre più disorientati di fronte ad una tassazione abnorme, hanno fatto campeggiare sulle loro vetrine “Contro questo sistema che sta minando la fiducia dei cittadini e sta mettendo in ginocchio le imprese, soprattutto del terziario – ha ricordato il vicepresidente vicario dell’Ascom Confcommercio di Padova, Patrizio Bertin – abbiamo scelto una forma di protesta civile, ma decisa”. I commercianti padovani hanno dunque scelto una data simbolica per sottolineare che ormai tutti i giorni rischiano di avere una tassa. “Il 24 gennaio – ha proseguito Bertin – era una data ‘tax free’, cioè libera da tasse, ma è diventata l’incubo dei cittadini onesti alle prese con Tares e mini Imu, con calcoli difficili (talvolta impossibili) e persino code alle Poste” “Il nostro – ha aggiunto Federico Barbierato, direttore generale dell’Ascom Confcommercio di Padova – è l’aperto dissenso verso un sistema impositivo farraginoso, confuso, penalizzante e, proprio perché colpisce a macchia di leopardo, anche profondamente ingiusto e, soprattutto, contrario allo Statuto del contribuente che richiederebbe tempi congrui e nessuna retroattività e che invece viene costantemente disatteso”. Tanto disatteso che l’Ascom ha chiesto che il governo scelga: o cancella lo Statuto perché non lo rispetta oppure, se allo Statuto viene riconosciuto un valore, allora qualcuno (Parlamento, Presidenza della Repubblica, Corte Costituzionale) deve porre la questione obbligando tutti, governo in primis, al suo rispetto. Dunque, quella che a prima vista poteva sembrare una provocazione è stato in realtà l’appello di cittadini vessati da un fisco “che non riesce – ha detto ancora Bertin – a recuperare le tasse dai grandi evasori ma è solerte nell’inseguire i poveri cristi”. “Qualcosa di nero” più che uno slogan è diventato una sorte di “lutto preventivo” per evitare di morire di tasse. Tasse da ridurre e semplificare che, assieme alla richiesta di un rilancio del comparto, i commercianti padovani chiederanno, di concerto con tutti gli altri soggetti della piccola impresa, il prossimo 18 febbraio quando con i pullman scenderanno a Roma per l’ennesima iniziativa a tutela del commercio, del turismo e dei servizi.

FONTE: Confcommercio