Se una candidata è in stato di gravidanza, si può spostare la prova orale di un concorso pubblico? Ecco quali sono le casistiche.
Ogni concorso pubblico si compone di una o più prove, che possono variare tra forma scritta, pratica o orale.
Nel caso in cui, una candidata in stato di gravidanza partecipi ad un concorso pubblico, può richiedere lo spostamento della prova orale?
Una recente sentenza del Tar del Lazio ha fatto luce su questa questione. Vediamo cos’ha detto.
Spostare prova orale concorso pubblico: è possibile farlo se si è in stato di gravidanza?
Come sappiamo, le prove scritte per un concorso pubblico si svolgono in maniera simultanea, per poter garantire equità tra tutti i candidati. Per questo, è impossibile anticipare o posticipare una prova scritta.
Discorso diverso per le prove orali: il Tar del Lazio, infatti, ha affermato che è “irragionevole, discriminatorio e sproporzionato” non concedere il rinvio delle prove orali, ad una candidata incinta e a rischio aborto.
Nel caso specifico, parliamo della sentenza n°5765/2024.
La protagonista della vicenda è una candidata che aveva fornito prove dettagliate sulle sue difficoltà di affrontare il periodo della gravidanza, con documenti che attestavano i ripetuti accessi al pronto soccorso con la diagnosi di “gravidanza ad alto rischio”.
Nonostante la documentazione, l’amministrazione ha negato il differimento della prova orale, non presentando alcuna ragione a supporto per il diniego.
Secondo il giudice, la commissione del concorso ha una notevole discrezionalità nella valutazione delle istanze di rinvio. Ma l’esercizio di questo potere deve avvenire in maniera consona, tenendo conto delle situazioni.
In questo caso, trattandosi soprattutto di una gravidanza a rischio, un breve differimento non avrebbe potuto compromettere il principio di pari trattamento dei candidati.
Trattandosi di una prova orale, il differimento era possibile, data soprattutto la disponibilità di ulteriori giornate dedicate allo svolgimento delle prove orali.
La richiesta della candidata, in questo caso, poteva essere facilmente conciliata con gli aspetti organizzativi del concorso, senza alcuna compromissione.
Perciò, in questo caso specifico, il rifiuto della richiesta di differimento è stato giudicato illegittimo dal Tar del Lazio.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it