Se notiamo un errore di valutazione, in un concorso pubblico, possiamo procedere col ricorso? Vediamolo insieme.
Se durante un concorso pubblico, pensiamo che una delle nostre prove sia stata valutata erroneamente oppure che la domanda presente fosse ambigua e con più interpretazioni, allora possiamo fare ricorso.
Ma in quali possiamo vincere il ricorso ed effettivamente avere la valutazione che pensiamo giusta?
Vediamolo insieme.
Ricorso per errore in un concorso pubblico: cosa fare se la domanda è ambigua?
Può capitare di trovarsi di fronte ad una domanda ambigua e a cui possiamo dare diverse interpretazioni, durante lo svolgimento di un concorso pubblico.
Come sostenuto dalla giurisprudenza, intervenire sulla correttezza di un quesito, in ambito concorsuale, equivarrebbe ad invadere la discrezionalità della Pubblica amministrazione. Il che solitamente è precluso al giudice, che non può sostituirsi agli organi amministrativi che, al contrario, possono definire la correttezza di un quesito, basandosi sulle loro competenze.
Però, in passato è capitato che ci fossero dei quesiti aperti a più interpretazioni.
Con la sentenza n°5053/2024 del Consiglio di Stato, sono stati delineati i principi per un nuovo approccio alla questione.
Secondo la sentenza, infatti, è compito dell’amministrazione formulare le domande e le risposte nei concorsi, ma la correttezza di un quesito (o più quesiti) non può essere lasciata alla sola discrezionalità tecnica dell’ente.
Perciò, il giudice ha tutto il diritto di esaminare le risposte e denunciarne l’illegittimità, qualora risultino confusi, ambigui o equivoci.
Ricorso per errore in un concorso pubblico: lo stesso vale per i quiz a risposta multipla?
La stessa cosa vale anche per i quiz a risposta multipla, dove possono esserci anche più dubbi sulla scelta della risposta corretta.
Nelle domande a risposta multipla, infatti, è fondamentale che sia garantita l’unicità della risposta corretta, per evitare valutazioni dei candidati che possano violare il principio di parità di trattamento, come stabilito dall’art.97 della Costituzione.
Anche in questo caso, la scelta della risposta giusta e coerente non può essere lasciata solamente all’ente.
Il giudice, quindi, deve stabilire la presenza di una sola risposta corretta al quesito a risposta multipla, senza lasciare ambiguità o basi per interpretazioni diverse.
Come fare ricorso in caso di errore
Se ci accorgiamo di una valutazione errata di un quesito, allora possiamo presentare un ricorso, tramite avvocato, presso il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), nel rispetto del termine di 60 giorni, previsto dalla legge.
Il periodo di 60 giorni decorre dal momento della pubblicazione della graduatoria.
Come previsto dall’art.40 del Codice del processo amministrativo, il ricorso deve includere le seguenti informazioni:
- Gli elementi identificativi del ricorrente, del suo difensore e delle parti nei cui confronti è stato proposto il ricorso;
- L’indicazione dell’oggetto della domanda e la data della sua notificazione o comunicazione;
- L’esposizione sommaria dei fatti e i motivi per cui si fa ricorso, con l’indicazione dei mezzi di prova e dei provvedimenti richiesti dal giudice.