Nei bandi dei concorsi pubblici, possiamo trovarci di fronte alla richiesta di un requisito specifico legato all’altezza, ma è legale? Vediamolo insieme.
Per poter partecipare alle procedure concorsuali, viene richiesto sempre il possesso di alcuni requisiti, da parte dei candidati.
Si va dai requisiti generali, come la cittadinanza italiana o la maggiore età a quelli più specifici, come il possesso di un titolo di studio.
Ma in alcuni concorsi pubblici, è possibile trovarsi di fronte ad un requisito legato all’altezza minima dei candidati.
Ma è legale richiederlo o è discriminatorio? Ecco cosa sappiamo.
Requisito altezza concorsi pubblici: ecco cosa dice la legge
Oltre l’età e gli altri requisiti possibili, anche l’altezza può diventare una condizione per partecipare.
Ovviamente può esserlo per alcune figure specifiche, come quelle nelle forze armate e non incarichi da scrivania.
Secondo la legge, è legale inserire un requisito legato all’altezza nei requisiti richiesti in un concorso pubblico, ma occorre fare delle precisazioni.
Con l’ordinanza 18522 del 28 giugno 2023, la Cassazione ha chiarito che richiedere un requisito di altezza identico per uomini e donne costituisce una discriminazione indiretta di genere.
Questo perché, il requisito non tiene conto delle differenze medie di altezza tra uomini e donne.
Per “discriminazione indiretta” intendiamo quando si applica una regola neutra che risulta, poi, sfavorevole ad un gruppo specifico di persone.
Per quanto riguarda l’altezza, ovviamente uomini e donne hanno delle altezze medie diverse e richiedere un’altezza minima, comune ad entrambi i generi, risulta discriminatorio.
Se poi prendiamo in considerazione il principio di uguaglianza, sancito dall’art.3 della Costituzione, sappiamo che tutte le persone devono essere trattate alla pari, senza subire discriminazioni ingiustificate.
La decisione della Corte di Cassazione
Tenendo conto dell’ordinanza della Corte di Cassazione, il requisito dell’altezza può essere inserito nei requisiti richiesti di un concorso pubblico, ma deve essere valutato in base al principio di proporzionalità.
Il requisito dovrà essere ragionevolmente differenziato in relazione alle caratteristiche delle sottocategorie di persone, quindi tra uomini e donne.
Perciò, nei bandi, ci deve essere una differenza tra l’altezza media richiesta per i candidati di sesso maschile e quella richiesta per i candidati di sesso femminile.
L’obiettivo di questa decisione è quello di garantire un processo di selezione equo e non discriminatorio.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it