Contestazioni e interrogativi si sono abbattuti sul recente concorso per dirigenti scolastici indetto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito: si paventa il rischio di una gran quantità di ricorsi per irregolarità.
La vicenda di questo bando si configura dunque come un affare delicato e complesso, destinato a tenere banco nel dibattito pubblico e a richiedere risposte chiare e convincenti per ristabilire la fiducia nella regolarità delle procedure di selezione del personale chiave per il futuro del sistema educativo italiano.
Scopriamo cosa è accaduto e quali sono gli scenari plausibili.
Il caos sulle prove del concorso dirigenti scolastici: potrebbero arrivare molti ricorsi
La procedura selettiva, avviata il 18 dicembre del 2023, è ora al centro di un acceso dibattito a causa di presunte anomalie che spaziano da asserite violazioni della segretezza delle prove a sospetti intrecci tra valutatori e candidati, fino a giungere a dimissioni inattese di membri delle commissioni esaminatrici e, come riportato da fonti giornalistiche, a una presunta ingiustizia ai danni di una partecipante con disabilità.
Ben cinque interrogazioni parlamentari, presentate da esponenti del Movimento Cinque Stelle, dei Verdi e del Partito Democratico, sollecitano chiarimenti urgenti dai ministri dell’Istruzione Giuseppe Valditara e della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo.
Il complesso nodo della Regione Campania
La bufera più intensa sembra concentrarsi in Campania, regione in cui la selezione è stata temporaneamente bloccata dalle autorità competenti. L’eco di tali eventi non è rimasto confinato alle aule scolastiche e agli uffici amministrativi, ma ha rapidamente raggiunto i palazzi della politica.
Alle iniziali defezioni dei commissari titolari, motivate ufficialmente da ragioni di salute e personali, è seguita la rinuncia dei loro sostituti, alimentando il sospetto che dietro tali decisioni si celino timori legati a presunte irregolarità nello svolgimento del concorso. In questo scenario di crescente incertezza, il direttore scolastico regionale, Ettore Acerra, pur avendo inizialmente garantito la regolarità delle operazioni, ha infine optato per la sospensione delle prove orali in programma nella regione.
Numerosi sono i punti oscuri che attendono risposte esaustive. Si vocifera di mancanza di trasparenza nelle modalità di estrazione dei quesiti d’esame e di dubbi significativi sul mantenimento dell’anonimato dei candidati durante la valutazione degli elaborati. Ulteriori ombre si addensano su ipotetiche collaborazioni professionali pregresse tra alcuni aspiranti dirigenti e i membri delle commissioni esaminatrici, nonché su un presunto avvicendamento di ruoli nel corso degli anni, con valutati di ieri divenuti valutatori di oggi e viceversa.
Non meno inquietante è la segnalazione di sostituti chiamati a esprimere giudizi su candidati pur non avendo superato le prove preselettive, una circostanza che solleva interrogativi sulla loro effettiva idoneità a ricoprire tale incarico. Si aggiungono a ciò indiscrezioni riguardanti la correzione di compiti da parte di colleghi, l’impiego di codici identificativi non autorizzati, la presenza di correzioni e cancellature sulle griglie di valutazione e la sussistenza di potenziali conflitti di interesse non dichiarati.
L’ombra più grave, tuttavia, riguarda la presunta disparità di trattamento riservata a candidati con disabilità accertate, un’accusa che se confermata getterebbe una luce sinistra sull’intera procedura.
Il fronte lombardo e i casi anche in altre Regioni
Anche la Lombardia si prepara a diventare un nuovo epicentro della contestazione. I candidati esclusi dalla fase orale del concorso annunciano l’imminente presentazione di un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR). Essi sostengono che un’attenta analisi dei verbali e della documentazione ottenuta tramite formali richieste di accesso agli atti avrebbe portato alla luce diverse anomalie, sia di natura formale che sostanziale, tali da inficiare la validità della loro esclusione.
Parallelamente, giungono segnalazioni da altre regioni, tra cui Lazio, Puglia e Calabria, dove sarebbero attualmente al vaglio ricorsi inerenti alle prove scritte del concorso, ampliando ulteriormente la portata della controversia a livello nazionale.
Parte l’inchiesta ministeriale
Di fronte alla crescente eco delle denunce e delle segnalazioni, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha annunciato l’avvio di un’indagine interna volta a fare luce sulle possibili irregolarità che avrebbero interessato il concorso per dirigenti scolastici, partendo dalla situazione critica emersa in Campania.
In particolare, su esplicita richiesta del Ministro Giuseppe Valditara, è stata sollecitata una relazione dettagliata alla Direzione scolastica regionale campana. Sulla base dei primi elementi informativi raccolti, la stessa Direzione ha ritenuto opportuno sospendere le sessioni orali del concorso che non avevano ancora avuto inizio nella regione.
Il Ministero ha inoltre reso noto il proprio impegno a valutare con la massima attenzione le misure più appropriate da adottare presso le sedi competenti, con l’obiettivo primario di garantire il pieno rispetto delle normative vigenti e la trasparenza delle procedure concorsuali.
Il Ministro Valditara ha espresso con fermezza la propria posizione in merito alla vicenda: “Qualora dovessero emergere illeciti di natura penale – ha dichiarato – provvederò personalmente a informare la Procura della Repubblica e la Procura della Corte dei Conti per gli eventuali profili di danno erariale”, sottolineando con decisione che “non sarà tollerata alcuna forma di opacità”.