Sta facendo molto discutere quanto accaduto alle recenti prove del Concorso Ufficio del Processo 2024: galeotta è la “busta 5” della prova dello scorso 6 giugno: scopriamo cos’è accaduto.


Il bando di concorso molto atteso da parte di chi cerca un impiego al Ministero della Giustizia, mira all’assunzione di 3.946 addetti al personale non dirigenziale, da inquadrare a tempo determinato nell’Area funzionari.

Il ruolo da ricoprire è quello di addetto all’Ufficio per il Processo, che ha tra le principali mansioni quelle di collaborare allo studio della controversia e della giurisprudenza, predisporre le bozze dei provvedimenti e collaborare all’organizzazione dell’ufficio (ad esempio, mediante le banche dati).

Alla fine le date delle prove sono arrivate: ma il bando ha recentemente sollevato numerose polemiche a causa di presunte irregolarità durante lo svolgimento delle procedure.

Caos sul Concorso Ufficio Processo 2024: la “busta 5” e le risposte “tutte corrette”

Le critiche si sono concentrate sulla prova tenutasi il 6 giugno, in particolare sui quesiti contenuti nella “busta numero 5“. Come denunciato sulle colonne de Il Fatto Quotidiano, molti partecipanti hanno subito notato ambiguità in alcune tra le 40 domande, dove ad esempio non una, ma ben due risposte su tre erano corrette. Questa confusione è stata aggravata dal fatto che alcuni candidati, accedendo online con lo Spid, hanno visto comparire un messaggio che indicava che qualsiasi risposta data sarebbe stata considerata corretta. Tuttavia, già un’ora dopo la prova, le schermate con i quesiti erano scomparse dal sito ufficiale.

La situazione ha scatenato un’ondata di proteste sui social, con molti partecipanti che hanno inviato PEC a Formez, l’organismo responsabile dei concorsi della pubblica amministrazione, chiedendo spiegazioni. Alcuni giorni dopo, i risultati della busta numero 5 sono ricomparsi online, ma i punteggi erano rimasti invariati, suscitando ulteriore malcontento.

Reazioni e commenti dei candidati sui social alla vicenda

I commenti dei candidati sui social riflettono una diffusa frustrazione.

E questa sarebbe trasparenza? Mah… senza parole,” scrive un partecipante. Un altro aggiunge: “Hanno fatto la frittata e ora stanno cercando la soluzione migliore per loro per evitare più ricorsi possibili.” C’è chi sottoscrive questa affermazione dicendo: “Cercheranno di mettere una pezza perché devono assolutamente assumere. Poi chi vorrà proseguirà in diversa sede“.

C’è anche chi ironizza la prende con filosofia: “Ragazzi, pur essendo privo di titoli e non interessato a questo concorso, ho fatto la prova. Premetto che non ho capito nulla della domanda della busta 5, non ero neanche risultato idoneo, ma grazie a Formez mi hanno dato il punto che mi mancava. Ora, non ho letto il bando, ma io ho una laurea triennale con 110 e lode e anche il servizio civile e qualche anno alle dipendenze della PA. Siccome mi devo sposare, mia moglie è incinta e io sono stanco che al Nord piove sempre e che al Sud si muore di caldo, sapete se nella graduatoria sono messo in modo da poter essere chiamato tra un anno, così se il mio matrimonio fallisce e non voglio cambiare i pannolini posso andare a lavorare al Centro in attesa che il tempo migliori? Grazie a chiunque mi vorrà rispondere.

Un fac-simile per la contestazione dei risultati della busta 5 del Concorso Ufficio del Processo 2024

Alcuni partecipanti hanno infine anche condiviso un fac-simile di contestazione da inviare via PEC a Formez, evidenziando le irregolarità riscontrate e chiedendo una revisione equa delle prove. Nel testo si denuncia l’iniquità di attribuire punti a tutte le risposte date per la domanda contestata, evidenziando come ciò svantaggi coloro che hanno risposto ad altre buste.

Questo il testo messo a disposizione da un utente sui social:

“Egr. Commissione di valutazione,

Il/La sottoscritto/a___ (C.F.: ____), nella qualità di partecipante al “Concorso pubblico, per titoli ed esami, su base distrettuale, ad eccezione di Trento e Bolzano, per il reclutamento a tempo determinato di 3.946 unità di personale non dirigenziale dell’Area funzionari, con il profilo di Addetto all’Ufficio per il processo, da inquadrare tra il personale del Ministero della giustizia”, per il distretto di Corte d’Appello di Palermo, rappresenta quanto segue:

Si apprende che relativamente al quesito: “Quale delle seguenti affermazioni non è conforme al disposto dell’art. 3 del decreto legislativo 25 luglio 2006 n. 240?”, presente nella busta numero 5, la commissione ha ritenuto di considerare come corretta ciascuna delle risposte considerate esatte, che siano state date dal candidato.

Con ciò, attribuendo di fatto il punteggio di 0,75 a tutti i candidati che abbiano espresso una scelta tra le due opzioni esatte e eliminando qualsivoglia penalizzazione precedentemente calocolata.

A parere della/o scrivente ciò risulta gravemente iniquo, scorretto e svantaggioso nei confronti di tutti i candidati, in particolare di coloro ai quali sono state sottoposte altre buste, per mere ragioni legate alla suddivisione per lettere.

Invero, i soli candidati con la busta numero 5, hanno avuto la possibilità di avere, tra le 40 domande, non una, bensì 2 risposte corrette.

In tal senso, i giudici della terza sezione del Consiglio di Stato hanno confermato che nei concorsi pubblici, che prevedono l’espletamento di quiz a risposta multipla, ogni domanda deve prevedere con certezza una risposta univocamente esatta. Il Collegio ha invero evidenziato come, per costante giurisprudenza, non è configurabile alcuna discrezionalità in ordine alla valutazione delle risposte date alle singole domande, perché ogni quiz a risposta multipla deve prevedere con certezza una risposta univocamente esatta per evitare una valutazione dei candidati in violazione del principio della par condicio. In altre parole, ha proseguito il Giudice, in presenza di quesiti a risposta multipla, una volta posta la domanda non può ricondursi alla esclusiva discrezionalità tecnica dell’ente l’individuazione del contenuto coerente ed esatto della risposta. Da qui la ritenuta illegittimità, da parte del Collegio, dell’operato dell’Amministrazione nella parte in cui aveva contemplato due risposte egualmente esatte, soprattutto in base al tenore aspecifico della relativa domanda formulata.

È chiaro che l’attribuzione generalizzata di un punteggio pari a 1,125 ai candidati con busta n. 5, risulta gravemente lesivo del principio di uguaglianza e parità di trattamento nello svolgimento delle procedure concorsuali e nella valutazione delle prove, principi che, si auspica, la Commissione non abbia intenzione di violare nello svolgimento della propria attività.

Pertanto, per ottemperare alla problematica sorta, si richiede che vangano assunti gli opportuni provvedimenti, necessari al fine di scongiurare disparità di trattamento per tutti i candidati.
Certa della valutazione delle superiori richieste, si porgono i più cordiali saluti.

Gli indirizzi di posta a cui inviare la contestazione.

protocollo@pec.formez.it
concorsi@pec.formez.it

Il silenzio istituzionale

Nonostante le numerose segnalazioni e proteste, Formez e il Ministero della Giustizia non hanno ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito alle irregolarità segnalate nel Concorso Ufficio del Processo 2024. Questo silenzio istituzionale sta contribuendo ad alimentare il malumore tra i partecipanti al concorso, che si aspettano chiarimenti e risposte tempestive.

I candidati chiedono che Formez e il Ministero della Giustizia affrontino pubblicamente le questioni sollevate, fornendo una spiegazione dettagliata sulle anomalie riscontrate durante la prova del 6 giugno. La richiesta di trasparenza è al centro delle proteste, con i partecipanti che esigono una revisione delle prove per garantire l’equità del concorso.

Gli aspiranti funzionari chiedono alle istituzioni di rompere il silenzio e di affrontare le problematiche con serietà e responsabilità. Una dichiarazione ufficiale, che riconosca le difficoltà e proponga soluzioni concrete, potrebbe contribuire a ristabilire la fiducia e a placare le proteste.

Ovviamente mentre le polemiche continuano, i partecipanti attendono risposte e provvedimenti da parte delle autorità competenti per garantire che la selezione avvenga nel rispetto dei principi di parità di trattamento e giustizia.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it