Nella Manovra 2023 è stato inserito anche lo stop all’obbligo di Pos per i pagamenti sotto i 30 euro: ecco cosa c’è da sapere.
Stop obbligo Pos sotto 30 euro: nella bozza della Legge di Bilancio 2023, approvata lo scorso lunedì dal Consiglio dei Ministri, s’introduce una nuova misura legata ai pagamenti elettronici.
Lo scorso 30 giugno erano iniziate le sanzioni per gli esercenti che non rispettavano l’obbligo di utilizzo del Pos.
Il Governo Meloni, però, ha introdotto una nuova misura, che prevede l’esenzione dell’obbligo per i micro-pagamenti.
Vediamo la questione nel dettaglio.
Stop obbligo Pos sotto 30 euro: la nuova misura
Secondo quanto previsto dalla bozza della manovra approvata dal Consiglio dei Ministri, ci saranno nuove esenzioni, per i commercianti, per quanto riguarda i pagamenti con carte di credito e Bancomat per le piccole somme sotto i 30 euro.
La norma prevede che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy decida, entro 180 giorni “i criteri di esclusione, al fine di garantire la proporzionalità della sanzione e di assicurare l’economicità delle transazioni, in rapporto ai costi delle stesse”.
Alla fine di ottobre, era già arrivata l’esenzione dall’obbligo per i tabaccai, che possono rifiutare il pagamento tramite pagamenti elettronici, per quanto riguarda l’acquisto di tabacchi e valori bollati.
In attesa delle nuove esenzioni, è stata stabilita anche la sospensione dei procedimenti e dei termini per l’adozione delle sanzioni, introdotte alla fine di giugno di quest’anno.
Come sappiamo, infatti, la questione dei pagamenti elettronici va avanti da diverso tempo. L’obbligatorietà di utilizzo del Pos esiste da 10 anni, dopo l’introduzione nel 2012, durante il Governo Monti. Ma nessun Governo era riuscito ad introdurre delle sanzioni, fino allo scorso 30 giugno, durante il Governo Draghi.
La sanzione era fissata a 30 euro più il 4% del valore della transazione, per la quale era stato rifiutato il pagamento elettronico.
Con la nuova misura della Legge di Bilancio 2023, si rifà dietro-front sulla questione.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
questa è una grande sciocchezza che vincola la mia libertà di circolare senza denaro contante in tasca e che crea rapporti conflittuali tra esercente e cittadino. Senza considerare la tracciabilità del contante anche al fine della produzione del 730 ministeriale. Va abolita sicuramente!!
Non è neanche giusto che l’esercente dando un servizio di pagamento elettronico debba pagarci delle commissioni. Generalmente chi usufruisce di un servizio sarebbe logico che lo paghi. Se le commissioni fossero a carico dell’acquirente, che nei pagamenti gode di questo servizio, probabilmente lei e tanti altri cambiereste idea. In fondo all’anno l’esercente si ritrova a vedersi sottratte cifre considerevoli dalle banche, dovute alle commissioni. Nei paesi dove vengono utilizzati totalmente (o quasi) pagamenti elettronici anche per un caffè, ci sono leggi ma soprattutto la tassazione dei cittadini è diversa rispetto all’Italia. Inoltre se le grandi aziende italiane pagassero le tasse… Leggi il resto »