Rinuncia all’ereditàCosa succede se un cittadino non vuole l’eredità lasciata da un defunto? Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla rinuncia all’eredità.


Rinuncia all’eredità: alla morte di una persona, c’è la possibilità che il defunto abbia lasciato qualcosa in eredità agli eredi designati.

Ma quando non si vuole l’eredità lasciata, cosa si può fare?

Il cittadino ha la possibilità di appellarsi alla rinuncia all’eredità. Ecco come funziona.

Rinuncia all’eredità: di cosa si tratta

La rinuncia all’eredità è la dichiarazione formale che una persona può fare, quando viene chiamata a succedere (sia per legge che per testamento) e vuole rifiutare la qualità di erede.

In questo modo, la persona rinuncia a far parte della successione, tirandosi fuori dal fenomeno successorio.
Può avvenire per diversi motivi, tra i quali la presenza di debiti e spese, che l’erede non vuole ereditare.

Rinuncia all’eredità: cosa dice la legge

La rinuncia all’eredità è tutelata dalla legge, più specificatamente dall’art.519 del Codice Civile.

Nell’articolo si evidenzia che la rinuncia deve essere fatta mediante dichiarazione ricevuta da un notaio o dal cancelliere del tribunale del circondario in cui si è aperta la successione e deve essere inserita nel Registro delle successioni.

Se non si rispetta questo iter, la rinuncia dovrà considerarsi nulla e, quindi, inefficace.

Nel caso in cui sia chiamato all’eredità un soggetto minorenne, la rinuncia dovrà essere formalizzata dai suoi genitori, tramite la richiesta del giudice cautelare, che avrà l’ultima parola sulla questione. La stessa procedura si applica per i soggetti incapaci e infermi.

Nel documento, bisognerà inserire i dati del rinunciante, quelli del defunto e del ricevente (notaio o cancelliere). Inoltre, bisognerà dichiarare di non essere stato in possesso di beni ereditari e di non aver compiuto atti in qualità di eredi. Altrimenti, in quel caso, si tratterebbe di accettazione tacita, che fa decadere il diritto di rinuncia.

Rinuncia all’ereditàRinuncia all’eredità: quali sono le tempistiche

Secondo la legge, l’erede designato ha 10 anni di tempo per decidere se accettare o rinunciare all’eredità, come sancito nell’art.480 del Codice Civile.

Ma ci sono delle eccezioni:

  • La rinuncia può essere presentata entro 3 mesi se il chiamato all’eredità è in possesso di alcuni beni del defunto;
  • Se il tribunale, interpellato da un creditore del defunto o altro avente diritto, ha fissato un termine inferiore.

Dopo 10 anni, si perde la possibilità di ereditare, ma bisogna prestare attenzione a non compiere alcun atto che possa portare ad un’accettazione tacita.

Quali sono i costi

Il costo varia a seconda della modalità scelta.

Se si fa la rinuncia tramite tribunale, bisognerà pagare circa 200 euro per la registrazione dell’atto stabilito dal tribunale e 16 euro di marca da bollo.

La rinuncia tramite notaio, invece, è più costosa. Il costo può essere di circa 800 euro, ai quali vanno aggiunti i costi del tribunale.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it