A chi spettano i permessi per votare alle elezioni e come sono retribuiti? Ecco tutto quello che c’è da sapere al riguardo.
Permessi per votare alle elezioni: domenica 12 e lunedì 13 febbraio 2023 si terranno le elezioni regionali nel Lazio e in Lombardia, per rinnovare il consiglio regionale ed eleggere il nuovo Presidente di Regione.
Sia i dipendenti del settore privato che di quello pubblico hanno la possibilità di prendere dei permessi per recarsi alle urne. Ma di che tipo? Le regole si differenziano tra dipendenti pubblici e privati.
Vediamo allora come funzionano i permessi per votare alle elezioni.
Permessi per votare elezioni: come funzionano
Per quanto riguarda le assenze dal lavoro, a causa delle elezioni, si fa riferimento alla legge n°69 del 29 gennaio 1992 e alla legge n°53 del 21 marzo 1990.
Bisogna ricordare, inoltre, che il diritto di voto è previsto dalla Costituzione: un modo per incentivare i cittadini a votare.
Le regole, però, sono diverse tra dipendenti del settore privato e dipendenti del settore pubblico.
Dipendenti settore privato
Per il dipendente del settore privato, non esistono permessi specifici per andare a votare. Se un dipendente, che lavora nel privato, vuole andare a votare durante un giorno lavorativo, dovrà chiedere al datore di lavoro di usufruire di permessi eventualmente disponibili per altre ragioni. Oppure potrà farlo, utilizzando i giorni di ferie maturati, per raggiungere il comune di residenza.
Il lavoratore, però, avrà diritto ad uno sconto sui trasporti, per tornare a casa, in occasione delle elezioni. Si tratta di agevolazioni per chi deve prendere treni, navi o aerei. Per ottenerle, occorrerà presentare la tessera elettorale e/o un’autocertificazione.
Dipendenti settore pubblico
Per i dipendenti del settore pubblico, sono previsti anche dei permessi retribuiti, per recarsi nel Comune di origine ed esercitare il proprio diritto di voto.
Questa possibilità viene data ai dipendenti che:
- Votano in un Comune differente da quello in cui lavorano;
- Sono stati trasferiti, in prossimità delle elezioni;
- Hanno chiesto il trasferimento della residenza, ma la pratica del Comune non è stata ultimata.
Per quanto riguarda la quantità di giorni di permesso, dipende dalla distanza del Comune di residenza:
- Un giorno di permesso, se il Comune è distante tra i 350 e i 700km;
- Due giorni di permesso, se la distanza supera i 700 km o se ci sono spostamenti da e per le isole.
Il permesso è retribuito, solo se il dipendente va a votare in un Comune diverso da quello dove lavora e solo se il lavoratore risulta trasferito di sede nell’approssimarsi delle elezioni e abbia provveduto (nel termine di 20 giorni) a richiedere il trasferimento di residenza.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it