bonus-18app-domande-2023Dal 31 gennaio scorso sono aperte le iscrizioni per fruire dell’agevolazione: ecco quali sono le cose da sapere sulle domande relative al Bonus 18app per il 2023.


Per il momento i nati nel 2024, che avranno la maggiore età quest’anno, potranno fruire dello speciale bonus cultura a loro dedicato nelle modalità consuete. Ma presto l’agevolazione cambierà nome e specifiche: scopriamone di più.

Bonus 18app: via libera alle domande per il 2023

Come anticipato già da qualche giorno, dal 31 gennaio 2023, è possibile presentare richiesta.

Allo stato attuale per chi compie 18 anni nel 2023 il bonus 18app non cambia: per l’iscrizione è necessario accedere sulla piattaforma con SPID o CIE (Carta d’Identità Elettronica) e il bonus ottenuto potrà essere speso entro aprile 2024 nei negozi convenzionati.

Per i nati nel 2003 già iscritti, invece, l’incentivo scadrà il 28 febbraio prossimo.

Attenzione però: come previsto dalla Legge di Bilancio 2023 questo cosiddetto Bonus Cultura 18app da quest’anno cambierà nome.

Il governo ha annunciato che verrà sostituito da una Carta Cultura e da una Carta Merito, entrambe di 500 euro. Le carte sono divise, ma cumulabili, per un totale di mille euro.

Cambiano anche i destinatari dell’agevolazione: se prima era riservato a tutti i neo maggiorenni, le nuove misure prevedono due nuovi requisiti:

  • Carta Cultura Isee massimo di 35mila euro;
  • Carta Merito – chiunque prenda il massimo dei voti, 100, all’esame di maturità.

Per accedere alla graduatoria dei beneficiari delle nuove Carte per la Cultura serviranno:

  • il codice fiscale degli appartenenti al nucleo familiare;
  • il protocollo della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU)
  • il valore numerico dell’Isee.

Infine, secondo i dati di Ali, l’Associazione dei librai italiani, tra il 2016 e il 2019 il 47% delle somme erogate per app18 (circa 525 milioni su un miliardo e 110 milioni) è stato speso per l’acquisto di libri.

L’agevolazione ha contribuito all’aumento della percentuale dei lettori giovani che è passata: dal 46,8% del 2016 al 53,4% del 2017, al 51,1% del 2018, e infine al 54% del 2019.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it