Spaghetti-alla-carbonara“Basta con i falsi miti sulla pasta: non è vero che non si può mangiare la sera, e perché mai privarsi di una bella carbonara? Stimola la tiroide e fa bene anche all’umore“. A darne notizia sono l’endocrinologa e nutrizionista, autrice del libro ‘La dieta dei biotipi’, Serena Missori, il provider ECM 2506 Sanità in-Formazione, che in occasione della Giornata mondiale della pasta, lanciano una serie di consigli “per godersi il più tradizionale piatto italiano senza alcun rimorso”.


“Un bel piatto di pasta- spiega- dal condimento fumante, richiama alla mente le immagini più tradizionali delle cucine italiane. Un piacere gastronomico che troppo spesso chi è in sovrappeso, o anche solo chi sta attento alla linea, tiene alla larga con sospetto, nel timore che anche solo una forchettata abbia inevitabili ripercussioni sulla bilancia”.

 

Secondo la dottoressa: “E’ opportuno prediligere la pasta di grano duro, meglio se trafilata al bronzo e anche integrale. Meglio, comunque, scegliere gli spaghetti che hanno l’indice glicemico inferiore e quindi sono adatti anche ai diabetici e a chi deve perdere peso”.

 

La pasta inoltre, “deve essere assolutamente al denteperché dà più sazietà e ha un indice glicemico più basso. Attenzione, quindi, a non cuocerla eccessivamente. Qualora succedesse raffreddarla sotto un getto d’acqua corrente”.

 

Quindi, una notizia gradita, la carbonara è ‘amica’ della tiroide. “Sì a una bella spaghettata saltata in padella con olio extravergine d’oliva e spezie, ma ogni tanto concediamoci anche una carbonara con uova, pancetta (preferibilmente senza nitriti) per aggiungere un boost di proteine. Fra l’altro questa associazione stimola la tiroide. Ricordiamoci di associarla a della verdura amara come ad esempio la rughetta per ridurre la ritenzione idrica che un piatto di pasta abbondante potrebbe causare”.

 

Un altro falso mito, no alla pasta di sera. Secondo la specialista, invece, “la pasta può essere consumata anche nelle ore notturne, soprattutto se siamo stressati, se soffriamo d’insonnia, se siamo in menopausa e abbiamo le vampate o se soffriamo di sindrome premestruale. Questo perché la pasta favorisce la sintesi di serotonina e di melatonina facendo assorbire maggiormente il triptofano e quindi ci fa rilassare e favorisce il sonno. Se ci rilassiamo si riducono gli ormoni dello stress, fra cui il cortisolo, che favoriscono l’aumento di peso. Il biotipo nervoso cerebrale può concedersi una bella spaghettata a ogni pasto, il biotipo linfatico che deve perdere peso è meglio che non la mangi proprio tutte le sere, il biotipo bilioso e sanguigno, con moderazione e associando la pasta al consumo di verdure, può mangiarla sempre”.

 

Per concludere, sottolinea l’esperta, “per chi è celiaco o sensibile al glutine o ha la permeabilità intestinale, o soffre di colite o di malattie infiammatorie intestinali, via libera alla pasta di riso integrale, di quinoa e di grano saraceno, sempre con l’accortezza di consumarla al dente associata a delle verdure amare, prima o dopo il pasto”.