willy-mortoWilly è morto, sotto i colpi di quattro carogne stupide, figli di questa società che comunque li asseconda e li include.

C’è da chiedersi però, dov’erano gli altri. Willy non è stato picchiato in mezzo a un deserto, ma in mezzo a tanti altri giovani, che hanno assistito allo spettacolo allontanandosi di quanto basta per non essere coinvolti o girando le spalle andandosene pian piano.

Mi chiedo dov’era l’amico di Willy, quello per la quale Willy è intervenuto ad aiutare.

E mi chiedo se lì non c’era nessuno di quelli che il giorno dopo hanno manifestato per la morte di Willy.

Infine mi chiedo chi fossero mai le ragazze, che flirtavano con quei vigliacchi poco prima che qualcuno li chiamasse perché intervenissero alla rissa.

Quelle ragazze che hanno visto allontanare i loro machi per provare un orgasmo migliore di quello che gli avrebbero potuto dare loro. Mi chiedo se quelle ragazze, anche loro figlie della nostra società, avrebbero mai frequentato uno come Willy al posto degli sbruffoni e violenti palestrati.

Willy è morto per mano di balordi, ma anche per mano di genitori che raccomandano ai figli “di farsi i fatti loro”, di “non immischiarsi”, di “evitare” se c’è pericolo.

Willy è morto per quelle stesse persone pronte agiudicare senza appello il capitano Schettino per essere stato vigliacco, con la stessa vigliaccheria con cui giudicano, vivono ed educano i figli.

Mi chiedo quanti sono gli Schettino di questa società, complici dei bruti che hanno ucciso Willy.

Giornali che si scandalizzano adesso, quando la notizia è tale da suscitare interesse e non si interessano di altri pestaggi a morte come quello di Filippo Limini, 24enne di Spoleto, ucciso il 15 agosto dopo una rissa da tre ragazzi di origine albanese che sono stati arrestati con l’accusa di omicidio.

Un caso sicuramente diverso, ma che non aveva l’appeal giusto del presunto razzismo.

Poi magari danno anche spazio al procur-attore Gratteri che cavalca l’accaduto per trovare qualcosa che lo possa gratificare direttamente o indirettamente, dichiarando che quei quattro imbecilli erano di cultura mafiosa e dando una lettura ridicola all’accaduto, solo perché lui è il “paladino” dell’antimafia.

Doveva in qualche modo esserci anche lui.

Si, Willy è morto anche per quelli che accendono i fari solo quando conviene o gli è permesso accenderli. E’ morto per mano di una società che non agisce e non reagisce a niente.

E’ morto per mano di figli di questa società, fatta da governanti che si preoccupano di assumere professori, come fosse il fine ultimo del sistema di istruzionee non si preoccupa di formare le nuove generazioni, di questa società che è disposta a far crescere una generazione di psicopatici, accogliendo i bambini negli asili e nelle scuole elementari, non con un sorriso ma con una mascherina.

Willy è morto dell’ipocrisia di questa società che non fatto niente perché questo non potesse accadere.

Mi chiedo cosa abbia più fatto male a Willy, tra i colpi di quei balordi senza un briciolo di cervello e l’indifferenza e la vigliaccheria che ammantava i presenti e magari anche dei genitori dei presenti, contenti che i loro figli sono tornati sani e salvi da questa brutta storia.

 


Fonte: articolo di Roberto Recordare