Per i cittadini con disabilità, sono previste delle modalità speciali per votare: il voto assistito o il voto a domicilio. Vediamo di cosa si tratta.
Voto assistito e voto a domicilio: siamo agli sgoccioli di questa campagna elettorale e domenica 25 settembre, gli italiani saranno chiamati alle urne.
Le modalità di voto ormai sono chiare, nonostante le diverse polemiche per la mancata deroga del voto dei fuorisede, che rischiano di allargare la fascia dell’astensionismo.
Ma per quanto riguarda gli elettori con disabilità? Ecco quali sono le modalità di votazione, tra voto assistito e voto a domicilio.
Cos’è il voto assistito
Il diritto di voto assistito è riservato a quegli elettori che sono fisicamente impediti ad esercitare il loro diritto di voto, a causa di alcune disabilità, come:
- Paralisi;
- Cecità;
- Amputazioni delle mani;
- Altri gravi impedimenti.
Gli elettori che richiedono il voto assistito potranno esercitare il proprio voto con l’assistenza di un altro elettore, appartenente allo stesso nucleo familiare oppure un altro elettore, iscritto alle liste elettorali.
Per poterlo richiedere, occorrerà presentare l’apposita documentazione ad un Ufficio elettorale o al proprio Comune:
- Richiesta compilata e firmata;
- Un documento d’identità;
- La tessera elettorale;
- Certificato medico che attesti l’impossibilità di esprimere il voto in maniera autonoma.
Voto a domicilio
Per gli elettori che hanno una disabilità grave, invece, è possibile usufruire del voto a domicilio.
La disposizione è definita dalla Legge 22/2006, che regola la votazione a domicilio per le elezioni della Camera, del Senato, dei membri del Parlamento europeo e per le consultazioni referendarie.
Per le altre votazioni, la modalità di voto si applicherà solo nel caso in cui l’elettore sia residente nel territorio per cui è elettore.
Gli elettori che possono ricorrere al voto a domicilio sono coloro con:
- Gravissima infermità, tale da risultare impossibile lo spostamento dalla propria abitazione (“elettori intrasportabili”);
- Grave infermità, ovvero in condizioni di dipendenza vitale e continuativa da macchinari o apparecchiature elettromedicali, che non permettono lo spostamento dalla propria abitazione.
Per poter usufruire del voto a domicilio, l’elettore dovrà fare richiesta alla propria ASL, presentando una certificazione (in data non anteriore ai 45 giorni dalle consultazioni elettorali), che attesti l’infermità.
La richiesta sarà, poi, da presentare al sindaco del Comune in cui è iscritto, insieme alla volontà dell’elettore di poter utilizzare la propria abitazione, come luogo per esercitare il diritto di voto.
Il voto sarà poi eseguito il giorno delle elezioni e raccolto dal presidente dell’ufficio elettorale e da uno degli scrutatori del seggio, insieme al segretario.
Come deve essere garantita l’accessibilità ai seggi
Agli elettori con disabilità, se non possono usufruire del voto assistito o a domicilio, deve essere garantita l’accessibilità ai seggi.
Ecco tutte le regole da rispettare al seggio:
- L’elettore con disabilità deve poter leggere il manifesto con il nome delle liste e dei candidati, perciò dovrà essere appeso in modo da agevolarne la lettura;
- Deve poter votare in assoluta segretezza;
- L’elettore deve avere la possibilità di svolgere le funzioni di componente di seggio o di rappresentante di lista;
- Deve poter avere accesso ad una cabina riservata, che dovrà essere riconoscibile con l’apposito simbolo;
- Nel seggio, ci dovranno essere cabine accessibili, in grado di accogliere anche gli elettori in carrozzina, quindi sufficientemente larghe e con un piano di scrittura di un’altezza fissata a 80 centimetri.
Nella Legge 104 del 1992, inoltre, si specifica che i Comuni dovranno organizzare un servizio di trasporto pubblico, per gli elettori con disabilità, per facilitare il loro raggiungimento al seggio elettorale.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it