violenza-psicologica-reatoLa violenza psicologica è reato. Purtroppo, non tutti hanno la forza di reazione per contrastare l’opinione della massa, specialmente quando apriori si sa di poter venire etichettati ed emarginati non appena si prova a fare un ragionamento, che fa scattare un sistema, quello adottato dai bulli, per scoraggiare e intimidire l’interlocutore.

Oggi esistono ad esempio i “No Mask” e i “negazionisti”, se si reagisce al pensiero unico del Covid-19 o non appena qualcuno tenta di affrontare l’argomento, confutando il mainstream.

Chi dirige di solito il confronto o da una notizia sull’argomento, parte dall’assunto che esiste una sola verità e praticamente minaccia di ridicolizzare l’interlocutore, trasmettendo preoccupazione e insicurezza da evitare proprio che si possa solo minimamente pensare di poter avere un’opinione diversa.

Naturalmente la minaccia sortisce l’effetto solo se accettata, ma la statistica non è a favore delle persone di carattere. Ma se non si ha la forza di reagire a questa violenza psicologica, è importante almeno capire da chi è usata e come.

L’arma della violenza psicologia

Considerando sempre che chi usa le parole per ferire o negare la vita di un altro, è un violento e come tale deve essere classificato. Se poi tanti violenti si mettono insieme, la cosa è equiparabile alla mafia, in quanto allo stesso modo sviluppa e perfeziona la prepotenza, in un sistema solidale, brutale e interessato, che ama trarre l’esistenza e gli agi, non già dal lavoro, ma dalla violenza, dall’inganno e dalla intimidazione.

Allo stesso modo è equiparabile ai sistemi dittatoriali, in quanto sono quei sistemi che negano al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà, distorcendo l’informazione e inquinando la giustizia.

È inutile dire che la minaccia e l’intimidazione nasconde sempre a sua volta la paura e l’insicurezza anche di chi la perpetra, perché non è in grado di governare il processo sociale diversamente e ragionevolmente.

Infatti, la pressione psicologica sui cittadini, rafforzata nel vedere soldati armati in giro, è quello che i leader privi di carisma adottano per imporsi sugli altri, facendo leva sull’autorità e sul potere che gli viene riconosciuto anche grazie alle minacce e alle intimidazioni per ricevere obbedienza, ascolto e approvazione, che compensa la mancanza di forza della verità.

Fortunatamente, ci salva la burocrazia e l’inefficienza, altrimenti saremmo maggiormente minacciati nelle nostre libertà, vista la poca capacità di reazione delle masse annoiate davanti alle Tv che fanno zapping tra i dati del Covid e Master Chef, succubi dello strumento “il bastone e la carota”, che gestisce timori e speranze, tra la promessa di una ricompensa in cielo e la minaccia di un castigo eterno.

Il potere è legato alla percezione

Infatti, come disse un giorno un grande giornalista, che potremmo definire ormai come “L’ultimo dei mohicani”, Julian Assange:

“Il potere è un qualcosa legato alla percezione. Non hanno bisogno di essere in grado di ucciderti. Hanno solo bisogno che tu pensi che siano in grado di ucciderti”.

Difatti sono più le cose che spaventano di quelle di che ci minacciano realmente e l’individuo più forte è quello che meno si sente minacciato.

Oggi, il Presidente del Consiglio è arrivato a proibire perfino il Natale, a lanciare il mantra del distanziamento in casa e di evitare anche baci e abbracci fra parenti. Purtroppo, ci saranno anche tanti che accetteranno questa violenza psicologica, in quanto sempre più stressati e più deboli da questa indigestione mediatica sul terrore del Covid-19.

Non si può pretendere un mondo di eroi e quindi a volte, un parlamento fa delle leggi, magari in altri tempi quando si pensava che un Governo non potesse macchiarsi di quel reato, ossia di una violenza psicologica particolarmente grave, tale da intimorire le vittime fino a fargli fare cose che fino a qualche anno fa, erano inimmaginabili.

E non perché non sono mai esistiti virus o pandemie ben più gravi, ma perché la libertà delle persone era una conquista fortemente sentita fino a qualche anno fa, magari più di un virus influenzale per quanto forte.

La violenza psicologica è reato

Per tutto quello detto fin qua, oggi si potrebbe pensare che la configurazione di alcuni reati non è poi tanto remota:

  • maltrattamenti in famiglia, ex articolo 572 del Codice Penale, che si realizzano con violenze fisiche o psicologiche all’interno del nucleo familiare;
  • minaccia, ex articolo 612 del Codice Penale, che è una violenza verbale che può assumere i connotati della violenza psicologica come reato quando particolarmente grave, intimidatoria e tale da intimorire la vittima;
  • violenza privata, ex articolo 610 del Codice Penale, cioè la violazione della libertà personale e la costrizione di fare o non fare sotto violenza (fisica o psicologica) o minaccia;
  • stalking, ex articolo 612 bis, che realizza la violenza psicologica della vittima attraverso atti persecutori e perpetrati nel tempo, minacce e molestie, tali da condizionare le scelte di vita della vittima.

Da non dimenticare infatti l’aumento dei suicidi e da non dimenticare tutti quei malati che per paura del Covid-19 non sono andati a fare i controlli pianificati in ospedale e hanno peggiorato la loro situazione, tanto da passare da un eventuale rischio di morte per Covid a una certezza di morte per cancro.

La sindrome di Stoccolma

Bisogna anche considerare che questo tipo di reati, sono anche quelli meno denunciati in quanto sono reati per cui si ha una certa vergogna a denunciare e perché può anche subentrare un’altra patologia che è la sindrome di Stoccolma, per cui si prova un sentimento positivo nei confronti del proprio aggressore che può spingersi fino alla totale sottomissione volontaria, instaurando in questo modo una sorta di alleanza e solidarietà tra vittima e carnefice.

Questa sindrome non può che essere ancora più accusata da soggetti immersi nel continuo messaggio mediatico, dove ci viene spiegato che questa forma di maltrattamento è a finalizzato al nostro bene.

Per cui accettiamo di essere trattati come degli incapaci di capire quel è il nostro bene e questa facoltà la deleghiamo al Governo e ai loro consulenti come Superman Arcuri che è capace di gestire Invitalia, Ilva, vaccini, banchi di scuola, ecc. gratuitamente, solo per l’amore nei nostri confronti.

Certo, è un po’ difficile capire azioni volte a tutelare la nostra salute come quella di multare a Genova le persone che sono in coda in via Prè alla mensa dei poveri per riuscire ad avere un pasto o multare il Sig. Pasquale Giudice di 63 anni, un clochard, multato a Como perché colpevole di aver violato le norme del Dpcm in quanto secondo la Polizia Municipale non ha saputo motivare il suo spostamento dal proprio domicilio, non tenendo conto che il signore in questione non ha nessun domicilio da circa 10 anni.

Quanto siamo disposti ancora ad accettare tutto questo?

 


Fonte: articolo di Roberto Recordare