È possibile portare, dall’estero, il proprio cane in Italia e quali documenti sono necessari?
Viaggiare con gli animali: portare il proprio cane in Italia dall’Estero è possibile? Ecco alcuni accorgimenti importanti per i padroni di “fido” e quali sono le modulistiche da presentare.
Ricordiamo che in primo luogo serve che i padroni si dotino del passaporto per cani. Ma non è questo l’unico passaggio da completare.
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Viaggiare con gli animali: portare il proprio cane in Italia dall’Estero
I cani introdotti da Paesi UE devono essere muniti, come appena detto del passaporto comunitario. Questo documento attesta l’esecuzione della vaccinazione antirabbica (e, se del caso, di una nuova vaccinazione in corso di validità) e identificati tramite un microchip o tatuaggio leggibile. Non è richiesto il trattamento preventivo nei confronti delle zecche e dell’echinococco.
Le norme per l’introduzione di animali provenienti da Paesi extracomunitari variano a seconda che il Paese sia inserito o meno nell’ elenco redatto dalla Commissione Europea e consultabile sul sito dell’UE.
Se il Paese di provenienza rientra in tale elenco, per introdurlo in Italia occorre un certificato sanitario. Questo deve essere rilasciato da un veterinario ufficiale o autorizzato dall’Autorità competente del Paese.
Il certificato, in pratica, attesta l’esecuzione della vaccinazione antirabbica (e, se del caso, di una nuova vaccinazione in corso di validità). E attesta che l’animale sia identificabile tramite un tatuaggio leggibile o un microchip.
Se il Paese di provenienza non rientra nell’elenco, occorre un certificato sanitario che, oltre all’esecuzione del vaccino anti rabbia, attesti anche l’avvenuta esecuzione, con esiti favorevoli, presso un laboratorio riconosciuto dalla Commissione Europea, della prova di titolazione degli anticorpi neutralizzanti nei confronti della rabbia.
Non è richiesto il trattamento preventivo nei confronti delle zecche e dell’echinococco.
E’ vietato introdurre in Italia, sia da Paesi UE che da Paesi Terzi, cani di età inferiore ai tre mesi e non vaccinati nei confronti del virus della rabbia.
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Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it