La Regina Viarum, capolavoro dell’ingegneria romana, diventa il 60° sito italiano a fregiarsi dell’ambito riconoscimento Patrimonio UNESCO da parte dell’Agenzia delle Nazioni Unite.


La Via Appia, una delle più antiche e importanti strade romane, è stata riconosciuta come il 60° sito italiano nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO, consolidando ulteriormente lo status di Roma come la città più protetta al mondo dall’agenzia culturale delle Nazioni Unite. Questa antica strada, iniziata nel 312 a.C. dal censore Appio Claudio Cieco per collegare Roma a Capua, e successivamente estesa fino a Benevento, Venosa, Taranto e Brindisi, rappresenta un monumento straordinario della civiltà romana e un capolavoro di ingegneria civile.

Il Successo di un lavoro di squadra

Il Comitato del Patrimonio Mondiale, riunito a Nuova Delhi per la 46esima sessione, ha ufficialmente deliberato l’iscrizione della “Via Appia. Regina Viarum” nella prestigiosa lista dell’UNESCO. Questa candidatura è stata la prima promossa direttamente dal Ministero della Cultura, che ha coordinato meticolosamente tutte le fasi del processo e preparato la documentazione necessaria per la richiesta di iscrizione.

L’inclusione della Via Appia nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO rappresenta un traguardo storico frutto di un lavoro di squadra che ha visto il coinvolgimento di numerose istituzioni: 4 Regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 13 Città metropolitane e Province, 74 Comuni, 14 Parchi, 25 Università, oltre a molte rappresentanze delle comunità territoriali, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra della Santa Sede.

Questo nuovo riconoscimento responsabilizza ulteriormente l’amministrazione di Roma nella gestione e nella valorizzazione del tratto di strada che attraversa la capitale. la Giunta Gualtieri dovrà assicurare più vigilanza, più protezione, più tutela, più rispetto per i divieti e per i vincoli nel tratto che riguarda Roma. Troppi insediamenti abusivi, persino autodemolitori che continuano a operare nell’area protetta del Parco, continui tentativi di tanti proprietari di immobili privati di aumentare impunemente le cubature.

Una vittoria per tutti gli Italiani

Secondo una nota del Ministero della Cultura, il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha espresso grande soddisfazione per il riconoscimento, sottolineando l’eccezionale valore universale della Via Appia, che nei secoli ha giocato un ruolo essenziale negli scambi commerciali, sociali e culturali con il Mediterraneo e l’Oriente. Sangiuliano ha inoltre evidenziato come questo riconoscimento possa portare benefici economici ai territori interessati, valorizzando ulteriormente la nostra storia e identità.

Gianmarco Mazzi, sottosegretario alla Cultura con delega all’UNESCO, ha commentato che la Via Appia, ora Patrimonio dell’Umanità, rappresenta un grande successo non solo per il Ministero della Cultura, ma anche per i milioni di italiani che vivono lungo questa storica via. Questo successo segue quello ottenuto meno di un anno fa dalla lirica italiana, e Mazzi ha espresso la sua felicità che tale riconoscimento coincida con il suo mandato.

Un riconoscimento per tutti coloro che sono adoperati per la tutela e valorizzazione della via Appia, Regina Viarum.

Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha celebrato l’importante riconoscimento per la Regina Viarum, definendolo un tributo al lungo impegno di volontari e associazioni che hanno lavorato per proteggere e valorizzare la Via Appia. Eventi come l’Appia Day e l’Archeograb, insieme a iniziative di pulizia e difesa contro il degrado e il cemento illegale, sono solo alcuni esempi del lavoro svolto.

L’inclusione della Via Appia nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO rappresenta un importantissimo riconoscimento per l’Italia. Questo traguardo non solo celebra un pezzo fondamentale della nostra storia e architettura, ma rappresenta anche un’opportunità per valorizzare e proteggere questo straordinario patrimonio per le future generazioni.


Fonte: articolo di Francesca Liani