In caso di denaro contante derivato da risparmi e regali, come devono avvenire i versamenti, per non incorrere in eventuali rischi? Vediamolo insieme. 


Nel caso di contanti non spesi, al rientro dalle vacanze, potremmo riversarli sul conto senza problemi? Se avessimo ricevuto dei regali in soldi contanti, magari da un parente, sarebbe senza rischi l’operazione di versarli sul nostro conto corrente?

Versamenti di contanti: cosa dice la legge

A questo proposito, possiamo fare riferimento alle normative, specificamente alla Legge di Bilancio del 2023, nella quale è indicato che

“il trasferimento di denaro contante e di titoli al portatore in euro o in valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, siano esse persone fisiche o giuridiche non può essere pari o superiori a 5.000 euro”. Soglia confermata nel 2024.

L’altro riferimento normativo da tenere presente è quello dell’articolo 49 del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, cosiddetto decreto antiriciclaggio che recita

“È vietato il trasferimento di denaro contante e di titoli al portatore in euro o in valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, siano esse persone fisiche o giuridiche, quando il valore oggetto di trasferimento, è complessivamente pari o superiore a 3.000 euro”.

Va inoltre ulteriormente fatta una distinzione tra utilizzo di contanti e deposito e prelievo degli stessi.

Cercando di fare ordine, se si utilizzerà denaro per effettuare gli acquisti di un bene o di un servizio, si dovrà tenere presente il tetto massimo di contanti di 5.000€.

Versamenti di contanti: cosa dice l’Agenzia delle Entrate

Per ciò che riguarda invece il limite legale specifico di quanti contanti si possono versare sul proprio conto corrente non esiste un altro riferimento indicativo.

In teoria, quindi, si può depositare qualunque cifra sul proprio conto corrente senza violare la legge. In pratica l’Agenzia delle Entrate ha però la facoltà di ‘presumere legalmente’ che i versamenti in contanti possano essere frutto di evasioni fiscali.

Questo è possibile in riferimento all’articolo 32, comma 1, numeri 2 e 7, del dpr 600/73.

In base a questa vecchia norma tutte le operazioni in entrata sul conto corrente, versamenti e bonifici ricevuti, si presumono essere reddito tassabile, salvo prova contraria.

Spetterebbe dunque a noi dimostrare che questi fondi siano non da dichiarare in quanto esenti o già tassati. Ciò può avvenire soprattutto se vi sono somme di denaro importanti che transitano sul proprio conto corrente che siano molto lontane da quanto dichiarato nella propria dichiarazione dei redditi e non giustificabili.

Ogni banca ha una propria policy, con soglie giornaliere e mensili che non fanno scattare segnalazioni in Agenzia, non vi è, quindi, una univoca soglia.

In linea di massima, la maggior parte degli istituti reputa ‘normali’ depositi che vanno tra i 1000 ed i 2000 € al giorno, con depositi mensili che possono arrivare anche a 10.000€, purché non si risulti essere disoccupati o nullatenenti.

Questo, infatti, sarebbe contrario al principio di congruità e potrebbe far partire una segnalazione della banca, anche se vengono effettuati tanti piccoli versamenti di importi compresi tra 200€ e 500€, soprattutto se ripetuti nei mesi seguenti e protratti nel tempo.


Fonte: articolo di Rossella Angius