La Corte dei Conti ipotizza danno erariale per la Venere di Open to Meraviglia: ecco cosa sappiamo sull’inchiesta.
Lo scorso 21 aprile era stata presentata la campagna promozionale Open to Meraviglia, per incentivare il turismo in Italia, firmata dall’agenzia Armando Testa.
La “testimonial” d’eccezione era la Venere di Botticelli, declinata come una moderna influencer, intenta a godersi le bellezze del nostro Paese.
Fin da subito, si sono alzate diverse polemiche: la campagna è stata definita da molti come “grottesca”, “vergognosa”, “banale e triste”.
Ma non solo: la campagna era stata sotto accusa anche per la traduzione errata dei nomi di alcune città. Ad esempio, Camerino è diventata “Garderobe” e Brindisi è diventata “Toast”.
Per la Venere di Open to Meraviglia era stato aperto anche un profilo Instagram “venereitalia23”, che è stato due mesi in silenzio. Il ritorno della Venere c’è stato proprio oggi, 30 agosto.
Il nuovo post recita:
“Ciao! So bene che avete sentito la mia mancanza e mi fa piacere sapere che vi siate così tanto preoccupati per me. Ecco la verità: avevo promesso di portare le bellezze della nostra Italia in giro per il mondo e così ho fatto. Aeroporto dopo aeroporto, città dopo città. Perché quando si ama davvero qualcosa, si desidera condividerla con il mondo intero. La nostra Nazione merita di brillare sempre di più e io sono qui per assicurarmi che accada. Grazie per avermi atteso. Nuove avventure ci aspettano!”.
Nonostante il ritorno della campagna pubblicitaria, non si ferma il vortice di polemiche per la Ministra Santanché. Secondo La Repubblica, infatti, la campagna marketing è sotto inchiesta.
Ecco tutti i dettagli.
Venere Open to Meraviglia: l’inchiesta della Corte dei Conti
Secondo il quotidiano La Repubblica, la procura della Corte dei Conti del Lazio ipotizza danno erariale, ovvero spreco di denaro pubblico, per la campagna Open to Meraviglia.
L’accusa arriverebbe dopo gli investimenti compiuti nell’operazione di comunicazione e di promozione turistica, interrotta per due mesi (proprio nella stagione estiva) e tornata solo oggi.
Prima del post di stamattina, i social sono stati abbandonati dal 27 giugno scorso. Inoltre, era stato cancellato da YouTube lo spot pubblicato in occasione della presentazione.
Il video, sempre secondo La Repubblica, era costato 138mila euro, 2mila euro in meno della soglia oltre la quale serve una gara d’appalto pubblica.
Alcuni giorni fa, il Ministero del Turismo aveva annunciato che lo stop della campagna non fosse dato da intoppi con l’agenzia di comunicazione, ma per una “scelta ponderata”.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it