Utilizzare l’e-Learning per l’aggiornamento dei dipendenti riduce i costi della tradizionale formazione grazie a interattività, esercitazioni virtuali e social network. Secondo Docebo, il 30% del mercato è appannaggio delle grandi aziende, ma è interessante notare come, soprattutto in Europa, anche le PMI guardino con interesse a questo tipo di formazione dei dipendenti, considerando l’apprendimento online un fattore strategico per la propria sopravvivenza e crescita.
Secondo un sondaggio Ipsos, Fefaur e CrossKnowledge in Europa (The first e-learning barometer in Europe), in Italia il 63% delle imprese ha inserito la formazione online tra le attività di aggiornamento dei dipendenti tra il 2008 e il 2011. Nello stesso periodo il 56% delle aziende europee con meno di mille dipendenti ha scoperto la formazione digitale, contro il 31% di quelle più grandi (veterane in questo ambito).
In Italia il giro d’affari è di mezzo milione di euro, mentre in Europa Occidentale, nel 2016 questo mercato dovrebbe valere 8 miliardi, con una crescita del 6% l’anno (dati Ambient Insight). Cifre che impallidiscono dinanzi a quelle in Asia, Africa e Sud America (crescita tra 15 e 17%). Secondo il rapporto Docebo “E-Learning Market Trends & Forecast 2014 – 2016” la crescita sarà sostanziale entro il prossimo anno: 27 mld in Nord America, 9 mld in Europa, 11 mld in Asia, 1 mld in Medio Oriente e Africa e 2 mld in America Latina.
Una leva di crescita per la formazione online potrebbe è la riduzione dei costi, ma è necessario investire nella qualità. In caso contrario, il rischio è di sostituire semplicemente le lezioni frontali con quelle digitali, senza sfruttare le possibilità del Web offre in termini di interazione e nuovi mezzi; anche per questo serve puntare su formatori esperti, con competenze sui nuovi strumenti di comunicazione e conoscenze strutturate sulle specificità del lavoro che svolgono i dipendenti da aggiornare.