vaccini-covid-segreto-verbali-ueAncora polemiche e divisioni sui vaccini Covid: vige ancora il segreto sui verbali UE dedicati alla campagna vaccinale.


Nel cuore dell’Unione Europea, la gestione della massiccia campagna di vaccinazione anti-Covid-19 ha rappresentato un fondamentale passo verso la libertà dalla pandemia. Tuttavia, un velo di segretezza avvolge ancora i dettagli chiave di questa operazione, alimentando divisioni nel Parlamento Europeo e riaccendendo vecchie polemiche mai completamente sopite.

Scopriamo dunque quali sono le ultime novità e cosa sta generando particolare clamore nelle ultime settimane.

Vaccini Covid, rimane il segreto sui verbali dell’UE

L’opacità avvolge non solo i contratti di acquisto siglati tra la Commissione Europea e le case farmaceutiche, ma anche le interazioni tra la presidente Ursula Von Der Leyen e il CEO di Pfizer, Albert Bourla, nei primi mesi del 2020. Ancora più significativa è l’ombra che avvolge il Comitato Direttivo (Steering Board), il quartier generale dell’UE dove i negoziatori della Commissione coordinavano con gli Stati membri, i veri acquirenti dei vaccini.

I documenti relativi a tali verbali sono pervasi da un’abbondanza di omissis, utilizzati in maniera massiccia, a nascondere dettagli cruciali.

Le giustificazioni della Commissione UE

La Commissione Europea, nel rispondere alle richieste di trasparenza, ha avanzato due giustificazioni principali.

La prima è la protezione dei dati personali, affermando che i documenti contengono nomi, iniziali e dati di contatto di individui, ragione sufficiente, secondo loro, per mantenere il segreto. Tuttavia, molti si chiedono se pubblici funzionari, agendo in veste ufficiale e con fondi pubblici, debbano godere di un tale grado di tutela della privacy.

La seconda giustificazione poggia sul segreto commerciale, la stessa argomentazione utilizzata per i contratti di acquisto. La Commissione sostiene di non riuscire a individuare motivi validi per un “preminente interesse pubblico” che giustificherebbe la divulgazione di tali informazioni.

Questo approccio, tuttavia, solleva interrogativi sul peso attribuito al diritto alla privacy dei funzionari pubblici rispetto al diritto del pubblico di conoscere i dettagli di un’operazione che coinvolge fondi pubblici e la salute di milioni di cittadini.

Le divisioni all’interno del Parlamento UE

Le divisioni emergono in seno al Parlamento Europeo, con alcuni deputati che chiedono una maggiore trasparenza per garantire un adeguato controllo democratico sull’operato dell’UE. Le polemiche del passato riguardo alla gestione della pandemia e alle relazioni con le case farmaceutiche tornano a galla, alimentando il dibattito su quanto realmente dovrebbe rimanere nascosto dietro il velo della segretezza.

Ricordiamo che già dal 2021 per aumentare il livello di trasparenza, i deputati avevano chiesto più volte che la Commissione rendesse pubbliche le informazioni su chi si occupa di acquistare i vaccini per suo conto. Dovrebbe pubblicare i contratti di acquisto fatti con i fornitori, compresi i dettagli degli investimenti pubblici e i costi dei vaccini e rendere note tutte le potenziali violazioni dei contratti.

Questa decisione era stata presa con una risoluzione adottata con 458 voti favorevoli, 149 contrari e 86 astensioni, con la quale si richiedeva una legislazione per rendere più trasparente il processo di ricerca, acquisto e distribuzione dei vaccini contro il Covid-19.

Ma la risoluzione è rimasta approvata solo sulla carta.

In un momento in cui la fiducia pubblica è cruciale, la richiesta di trasparenza sull’operato dell’UE nella campagna vaccinale si fa adesso sempre più pressante, spingendo a una riflessione critica sul bilanciamento tra interessi privati e benessere collettivo.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it