Questa mattina le associazioni dei Consumatori hanno inviato una lettera al Consiglio dei Ministri per richiedere una riforma della Camera di Conciliazione e Arbitrato al fine di garantire a milioni di risparmiatori italiani la possibilità di una soluzione rapida e agevole delle controversie relative ai prodotti finanziari.
L’appello, firmato da Adiconsum, Altroconsumo, Assoutenti, Assoconsum, Codacons, Codici, Confconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori, mira al superamento dell’art. 32 Ter. del TUF Risoluzione extragiudiziale delle controversie, che non rendendo obbligatoria l’adesione degli intermediari, rappresenta un gravissimo limite alla piena ed efficace operatività dello strumento con l’inevitabile aggravio di procedimenti giudiziari innanzi ai Tribunali cui i risparmiatori sono costretti dalla inattività della controparte.
Dal suo avvio nel marzo 2011 al 29 novembre 2013 ha ricevuto 775 istanze di conciliazione: in 379 casi gli intermediari non hanno aderito alle richieste di conciliazione, 134 sono le istanze conclusesi con esito positivi e 111 con esito negativo.
Ben diversa la tutela assicurata ai risparmiatori in materia di contratti bancari i quali possono contare sull’Arbitro Bancario e Finanziario, che dispone del fondamentale potere di imporre la partecipazione alla procedura agli Istituti chiamati in conciliazione. I risultati ottenuti nello stesso periodo dall’ABF spiegano meglio di qualsiasi altro argomento quanto sia decisiva l’obbligatorietà della adesione.
Nel mese di agosto la Consob, con la quale le associazioni hanno collaborato per la realizzazione del progetto la Carta degli investitori, ha inviato una proposta di riforma ai Ministeri competenti che costituisce una forma idonea ed efficace di tutela degli investitori.
“Chiediamo al Governo Renzi – dichiarano le associazioni firmatarie – un intervento a favore dei piccoli investitori nell’ambito della conversione del Decreto Legge 132/14 con l’inserimento di un emendamento che garantisca la possibilità di risoluzione delle controversie in modo rapido con l’obbligo di adesione dell’intermediario. Necessario anche il potenziamento della presenza della Camera di Conciliazione Consob in più sedi (come per l’ABF), nonché la previsione un contributo di accesso alla procedura minimo e di un limite di valore consono nel campo degli investimenti mobiliari in modo da diminuire il carico di contenziosi presso i Tribunali. Tutto questo, insieme alla proposta già inviata dalla Consob in Agosto, inciderebbe positivamente sulla fiducia dei piccoli investitori, messi a dura prova dalla crisi e dall’aumento delle aliquote fiscali, attraverso la consapevolezza dell’esistenza di rimedi extragiudiziali adeguati”.
FONTE: MDC – Movimento di Difesa del Cittadino (www.difesadelcittadino.it)