Cercare lavoro, soprattutto nel periodo del Covid-19 non è semplice: e diventa ancora più complesso se ci si deve difendere anche dai tentativi di truffa.
Per questo motivo il Codacons stila un decalogo per aiutare a riconoscere le truffe a chi cerca un lavoro.
Annuncio-esca
Eventualità molto frequente in Italia: di solito si trova un annuncio per una posizione appetibile. Soltanto al momento del colloquio ci si trova di fronte la reale proposta.
Niente lavoro impiegatizio o di magazzino, niente stipendio fisso, ma una offerta per vendita porta a porta: contratti telefonici, nuovi servizi per energia elettrica, eccetera.
Sistema utilizzato perchè, se l’annuncio fosse “onesto”, in pochissimi si candiderebbero.
Occhio alla mail!
Bisogna fare molta attenzione se è stata inviata una mail contenente link da cliccare, potrebbe essere un messaggio di phishing, un tipo di truffa finalizzato a carpire dati personali degli utenti, soprattutto relativi a conti bancari, quali numeri di conto e codici di accesso.
Lo stesso discorso vale per i messaggi di posta elettronica provenienti dall’estero, in cui si richiede di fornire dati personali e / o somme di denaro, ed in generale per quelle in cui si richiedono data di nascita, coordinate bancarie, codice fiscale ecc.
Tra le mail fraudolente rientra, ad esempio, la cosiddetta ‘truffa alla nigeriana’, ovvero messaggi di posta elettronica inviati da qualcuno proveniente dalla Costa d’Avorio, che sono finalizzate ad ottenere denaro attraverso lo sblocco di un finto bonifico.
Lavoro non pagato
La famosa “prova non pagata”, tipica delle realtà imprenditoriali minori, al termine della quale ci sarebbe “l’assunzione”.
Peccato che non esista, non sia prevista da nessuna legge e rappresenti una richiesta illegittima da parte di qualsiasi datore di lavoro.
Furto d’identità
Alcune offerte di lavoro hanno come unico scopo quello di ottenere documenti e codice fiscale dei soggetti interessati.
Si tratta di furto di identità: con le giuste accortezze è facile evitarla, basta non inviare documenti e codice fiscale a nessuno. In ogni caso non bisogna rispondere ad aziende “anonime”.
Lavoro da casa (finto)
Lavorare da casa propria in maniera onesta e redditizia è il sogno di moltissime persone. Molti riescono a farlo con successo, altri si trasformano nelle vittime dei truffatori dei “kit da acquistare” per lavorare.
Il datore di lavoro chiede un compenso per ricevere a casa con corriere il primo materiale per iniziare. La scusa di solito è che tanta gente riceve il materiale, non lavora e non lo restituisce.
La verità è invece è che in gran parte dei casi l’obiettivo è vendere il materiale, del lavoro non c’è traccia.
Multilevel (illegali)
Il Multilevel marketing è legale quando l’obiettivo del sistema piramidale è comunque la vendita ed al centro del business ci sono prodotti e servizi.
È invece illegale (ed è a questo che bisogna fare attenzione) quando l’obiettivo è solo quello di trovare altre persone da inserire nel circuito ed a cui far pagare una “quota” di ingresso.
Approccio sessuale
Di solito l’annuncio non nasconde di rivolgersi a candidate di sesso femminile, di bella presenza, giovani e “disponibili”.
Si offre posizione di segretaria, assistente del “direttore” o semplice addetta alle pulizie. Altre volte si offre una carriera nel mondo dello spettacolo.
Al colloquio emerge il vero obiettivo dell’incontro: l’approccio sessuale.
Riciclaggio di denaro
La truffa in questo caso non è ai danni del potenziale lavoratore (che diviene anch’esso truffatore) ma ai danni dello Stato e della comunità. Il truffatore adesca , con la scusa di un lavoro, un candidato qualsiasi.
Per email spiega che il lavoro consiste nel “ricevere” sul proprio conto corrente delle somme di denaro da conti esteri e “girarle” ad un altro conto, trattenendone una piccola percentuale come suo compenso.
Un semplice lavoro di “contabilità e finanza” insomma.
Corso a pagamento o stage
Lavoro perfetto, ma solo dopo un bel corso di formazione a pagamento. Oppure (nel migliore dei casi) uno stage di sei mesi non retribuito.
Bisogna stare attendi: le aziende “vere” si fanno carico di stagisti, mettono immediatamente in chiaro che potrebbe esserci una assunzione nel futuro, ma non è per nulla garantito né probabile. Starà poi agli stagisti valutare.
Stessa cosa per i corsi di formazione, vanno pagati e frequentati solo se sono validi e formano per davvero, ma non devono mai rappresentare la precondizione per una assunzione.
Ulteriori consigli Codacons per riconoscere le truffe sulle offerte di lavoro
Bisogna sempre leggere bene gli annunci prima di rispondere, diffidando di quelli troppo brevi e che forniscono poche informazioni, che non indicano il nome dell’azienda e/o la partita IVA di riferimento, che contengano riferimenti vaghi (“azienda leader del settore”).
Particolare attenzione a chi contatta dall’estero.
La proposta di attività vaghe e non meglio specificate, così come di guadagni facili, o molto superiori alle medie delle retribuzioni previste per una determinata mansione o per un settore professionale, o di condizioni troppo vantaggiose, possono essere indice di raggiri.
Anche richieste di contributi economici per accedere all’impiego o di iscrizione a corsi di formazione a pagamento o di acquistare qualcosa (ad es. kit per la vendita o altro) sono campanelli d’allarme per quella che, con ogni probabilità, è una truffa.
E infine, basta ricordare i confini della Legge: se arriva qualche richiesta che eccede questi limiti, la proposta di lavoro non è seria ed è bene cercare altrove.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it