Dopo il Covid, i cittadini hanno riscontrato un aumento delle visite mediche a pagamento e la Lombardia ne è un esempio significativo: ecco nel dettaglio.
Il periodo della pandemia di Covid-19 ha messo a dura prova la sanità in Italia, con strutture al collasso e carenze di personale.
La pandemia ha influito anche sulle tempistiche e sui costi delle visite mediche, portando a tempi sempre più lunghi e a sempre più esami medici a pagamento.
Tra tutte le regioni italiane, ne è un esempio significativo la Lombardia. Ecco cosa succede.
Visite mediche a pagamento: cosa succede in Lombardia
Non solo inflazione e aumento dei costi della vita, le famiglie italiane sono vittima anche di prestazioni sanitarie a pagamento sempre più numerose.
Si tratta di una delle maggiori voci che grava sui bilanci dei nuclei famigliari italiani, come dimostra il caso della Lombardia.
Dall’analisi del Corriere della Sera, nel 2022 i cittadini hanno usufruito di 3’177’599 prestazioni sanitarie, erogate solamente negli ospedali pubblici.
I numeri salgono se prendiamo in considerazione anche le prestazioni erogate in regime di servizio sanitario pubblico da ambulatori privati, come riportato dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.
I prezzi, poi, sono sempre più alti. Se prendiamo come parametro il tariffario di libera professione di un importante ospedale pubblico di Milano, questi sono alcuni dei costi:
- Eco(color) doppler cardiaca: dai 90 ai 200 euro;
- Tac: dai 70 ai 700 euro;
- Mammografia monolaterale: dai 90 ai 200 euro;
- Colonscopia: dai 350 ai 1200 euro.
Stessa cosa per le visite mediche:
- Otorinolaringoiatrica: fino a 200 euro;
- Oncologica: fino a 350 euro;
- Oculistica: fino a 200 euro;
- Urologica: fino a 200 euro;
- Ortopedica: fino a 250 euro.
Inoltre, secondo i dati, aumentano anche le richieste: considerando i dati dal 2020, si segnala un aumento del 15% nel 2022 per gli esami e del 2% per le visite in libera professione.
I motivi che spingono gli italiani a scegliere la sanità a pagamento sono diversi, come le tempistiche più ridotte.
Sul tema è intervenuto anche il Ministro della Salute Orazio Schillaci:
“Il Servizio sanitario nazionale è in parte ingolfato e provato dal Covid, ma abbiamo l’eccellenza che sono gli operatori. Il Ssn è invidiato nel mondo e rimane un patrimonio che va difeso nell’interesse di tutti. Dobbiamo rimettere al centro del dibattito i malati, i pazienti e i cittadini, che chiedono risposte e il target è il problema delle liste d’attesa”.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it