L’evoluzione tecnologica sembra destinata a guidare il Paese verso la rivoluzione del trasporto merci e persone, attraverso nuovi sistemi “targati” Uber e Amazon. Ma con quali conseguenze sulla sicurezza e sull’occupazione?
Consegne dei prodotti entro un’ora prestabilita o comunque in giornata; servizio su chiamata alternativo ai taxi e alle auto a noleggio con conducente: l’evoluzione tecnologica sembra destinata a guidare il Paese verso la rivoluzione del trasporto merci e persone, attraverso nuovi sistemi “targati” Uber e Amazon. Ma con quali conseguenze sulla sicurezza e sull’occupazione? Permettere a chiunque, e non solo a dei professionisti della guida come tassisti e Ncc, di poter trasportare dei passeggeri (dando il via libera a Uber, multinazionale americana specializzata nel prenotare auto via telefonino) non rappresenterebbe un grave pericolo?
Migliaia di tassisti, il cui posto di lavoro rischia d’essere travolto da questa rivoluzione, sono convinti di sì e sono pronti a gridarlo nel corso di una manifestazione di protesta organizzata il 18 marzo a Roma per sensibilizzare il Parlamento. Per riaffermare che nel nostro Paese il trasporto è un’attività professionale regolamentata da leggi e che per trasportare persone o merci sono necessari requisiti ben precisi, necessari proprio per tutelare la salute di passeggeri e consumatori. E, ancora, che servono professionalità, onorabilità e capacità finanziaria per effettuare l’attività. Una protesta, portata in strada da 10 mila tassisti provenienti da tutta Italia, per affermare che se c’è una legge va rispettata: altrimenti il Governo cambi le norme, assumendosene la responsabilità.
Conftrasporto da anni ha formulato possibili soluzioni, ma come nella peggior tradizione italiana si è preferito rinviare il problema. Come nel caso dei noleggiatori, settore nel quale la mancanza di una decisione, puntualmente rimandata da otto anni, ha aperto le strade all’abusivismo. Lasciar marcire i problemi per incapacità o scarsa volontà mette a rischio migliaia di posti di lavoro, mette in difficoltà migliaia di famiglie, mette in pericolo milioni di italiani. Di fronte a questo resta solo la strada della protesta. Dei tassisti, e presto, probabilmente, dei noleggiatori e di tutti coloro che gestiscono la consegna delle merci.