Confcommercio in audizione davanti la commissione Trasporti della Camera sulla proposta di legge per favorire il carpooling, l’uso condiviso dei veicoli privati. Zavi: “dovrebbe essere assoggettato alle medesime norme che sono giustamente costretti a rispettare gli operatori del trasporto pubblico non di linea”.
“Pensiamo che ritenere di poter risolvere le criticità della mobilità delle nostre città solo con la leva del carpooling sia poco efficace. Sarebbe preferibile sposare una politica di intervento complessiva, su tutti i pilastri che possono garantire un sistema della mobilità urbana più efficiente e sostenibile”. A dirlo è stato Enrico Zavi, responsabile del settore trasporti e mobilità di Confcommercio, nel corso di una audizione davanti la commissione Trasporti sulla proposta di legge per favorire il carpooling, l’ uso condiviso dei veicoli privati.
“Estendendo l’ambito di attività del carpooling al di là delle sue caratteristiche iniziali si rischia di sfociare non più in un utilizzo marginale e di nicchia ma in un vero e proprio servizio di trasporto che non dovrebbe sottostare a tutte quelle norme a tutela della sicurezza dei cittadini, ma anche a tutela di corrette pratiche concorrenziali, a cui devono sottostare gli operatori del trasporto pubblico non di linea, come taxi e Ncc”, ha aggiunto Zavi, che ha poi chiarito che Confcommercio non “vuole mantenere il carpooling in un ambito di nicchia e proprio per questo chiediamo un intervento organico”.
Tuttavia, “il rimborso delle spese è vero che non è un corrispettivo ma è sicuramente un interesse patrimoniale”, anche per questo il carpooling “dovrebbe essere assoggettato alle medesime norme che sono giustamente costretti a rispettare gli operatori del trasporto pubblico non di linea”. “Sarebbe singolare che non fossero previste sanzioni in capo agli enti atti a realizzare i piani urbani della mobilità, a fronte di sanzioni alle imprese che, come prevede la proposta di legge, non rispettano l’ obbligo informativo sui servizi di carpooling per il raggiungimento del posto di lavoro. Questo obbligo a nostro giudizio sarebbe opportuno che venisse supportato non da sanzioni, ma con un meccanismo premiante di incentivi”, ha concluso Zavi.