Nell’ambito del seminario “Le vie del mare per la crescita”, organizzato a Roma da Confcommercio, è stato presentato il Rapporto “Sviluppo dell’intermodalità”. Uggè: “ancora non compresa l’importanza a livello di competitività di fare una politica del mare”.
“Si parla tanto di trasporti, ma ciò che serve nella pratica è una logica d’insieme. A maggior ragione se si parla di porti, la cui logistica è importante ma sempre nel quadro di una logistica di sistema a rete. Ma finora non si è ancora compresa l’importanza a livello di competitività di fare una politica del mare con la conseguenza di favorire i Paesi concorrenti, come nel caso dei porti del Nord Africa”. Parole del vicepresidente di Confcommercio Paolo Uggè, che ha così introdotto i lavori del seminario “Le vie del mare per la crescita”, svoltosi a Roma presso la sede nazionale della Confderazione, nel corso del quale è stato presentato un Rapporto sullo sviluppo dell’intermodalità in Italia (Autostrade del mare e Combinato Marittimo), realizzato da Isfort, che sfata alcuni diffusi luoghi comuni nel settore e individua alcune proposte operative per il rilancio del trasporto combinato (vedi allegato, ndr). Uggè ha aggiunto la necessità di “rilanciare le autostrade del mare dando un senso logico al progetto tramite la realizzazione dei collegamenti mare-terra e mare-ferro”, evidenziato il “sì alla liberalizzazione dei servizi tecnico-nautici, ma con la necessità di un occhio molto attento alla sicurezza” e sottolineato la necessità di “superare i conflitti di competenza Stato-Regioni riattribuendo la governance dei trasporti allo Stato”.
Le Autostrade del mare
Le Autostrade del Mare sono la principale attività di molti scali portuali italiani e, se si esclude il transhipment (i trasbordi di container da una nave ad un’altra), il maggiore segmento del traffico di merci del Paese. Infatti, nel 2014 più di 84 milioni di tonnellate di merci sono transitate nei porti italiani all’interno di camion o semirimorchi, di cui 30 milioni provenienti o diretti a porti di altri Paesi del Mediterraneo. In questo contesto il ruolo del Sud Italia è significativo e va ulteriormente valorizzato: i porti del Mezzogiorno assorbono, infatti, circa il 60% dell’import/export meridionale. Inoltre, da non trascurare è il cosiddetto mercato di transito, ovvero il traffico merci estere che utilizza i porti italiani e le reti terrestri nazionali per raggiungere i Paesi d’Oltralpe. Avvalorando, in buona sostanza, l’idea dell’Italia come piattaforma logistica europea nel Mediterraneo. In questo ambito specifico è, dunque, possibile immaginare dei processi virtuosi, sia dal punto di vista dell’efficienza dei trasporti che dell’impatto ambientale, con l’integrazione della modalità ferroviaria per l’instradamento dei carichi oltre la barriera alpina. Per cogliere pienamente le opportunità offerte dalle Autostrade del Mare, Confcommercio propone la promozione di accordi di rete tra aziende di trasporto e di logistica complementari; il coordinamento e l’ottimizzazione delle diverse politiche di incentivo all’intermodalità esistenti; l’ampliamento della positiva esperienza dell’Ecobonus nazionale;la rapida rimozione dei limiti esistenti in termini di sagoma e moduli sulla rete ferroviaria nazionale (direttrice tirrenica) per consentire di caricare su ferro i camion e i rimorchi dai porti di sbarco diretti nei Paesi d’Oltralpe.
La tavola rotonda
All’intervento del vicepresidente di Confcommercio è seguita una tavola rotonda con i vari attori del settore. Michele Pappalardo, presidente di Federagenti, ha sottolineato che occorre “accelerare l’approvazione della delega al Governo per applicare il piano nazionale della logistica perché nei nostri porti c’è non-azione dovuta alla mancanza di riforma. Se andiamo avanti così avremo non 24 presidenti ma 24 commissari. Il piano ci piace, va nella direzione giusta, perché finalmente dà un ruolo sostanziale ai porti”. Per Michele Ruggieri, amministratore unico di Fedarlinea-Conftrasporto, “non si può riattivare un circolo virtuoso senza misure di sostegno: è necessario porre il trasporto al centro della competitività del Paese superando finalmente i localismi e mettendo al centro delle scelte l’intermodalità. Occorre poi favorire l’utilizzo notturno della rete ferroviaria ad alta velocità per il trasporto merci e favorire la defiscalizzazione degli investimenti”. Rispetto all’esigenza di introdurre una razionalizzazione del sistema dei porti nazionali Paolo Arena, componente di Giunta di Confcommercio e incaricato di Confcommercio alle Infrastrutture, ha richiamato un analogo processo che, non senza criticità e difficoltà, sta avvenendo nel settore aeroportuale. “Pur con differenze non trascurabili, proprie delle specifiche modalità di trasporto, molte criticità – ha evidenziato – sono condivise e, pertanto, trova conferma la bontà di un processo di governo e riforma del sistema dei trasporti e della mobilità che intervenga in maniera integrata su tutte le diverse modalità, evitando il proliferare di misure settoriali e non coordinate, che possono penalizzare l’efficienza complessiva del sistema”. Alberto Corti, responsabile del settore Turismo di Confcommercio, ha infine preso spunto dalla “Carta di Livorno” – documento di principi condivisi da Amministrazioni, stakeholder, società civile e mondo della ricerca, promosso dal Ministero dell’Ambiente e siglato, nella città labronica il 15 novembre 2014 – per analizzare la connessione tra il mondo dei trasporti e quello del turismo.