“Timendi Causa est nescire“: Seneca affermava che l’ignoranza è la causa della paura, paura e ignoranza che oggi li possiamo considerare i veri poteri forti in Italia e non solo in Italia, ma questo non ci deve far pensare, che mal comune sia mezzo gaudio, perché nessun popolo può essere sia ignorante che libero. Sempre che la libertà abbia ancora quel valore che nei secoli tutti gli hanno attribuito, per cui si sono battuti e sono morti.
L’ignoranza è sempre stata la madre di tutti i crimini, perché il crimine in sé è sempre una mancanza di ragionamento, perpetrato non da chi non rispetta le leggi, ma può essere perpetrato da tutti, anche da chi le leggi le fa. Non è il rispetto delle regole lo spartiacque del crimine, ma la mancanza di rispetto verso le leggi naturali. E per legge naturale l’uomo è nato libero.
Timendi Causa est nescire
Oggi siamo nell’epoca per cui si vuole convincere la gente che la salute viene al primo posto rispetto alla libertà, tanto che è più importante stare agli arresti domiciliari che prendere il raffreddore.
Questo già di per sé, va contro le leggi della natura. I virus sono sempre esistiti da milioni di anni e hanno sempre vissuto in natura, in simbiosi con la nostra vita e con la nostra morte. E a prescindere dai numeri che qualcuno ci vuole propinare, sicuramente non per tranquillizzare la gente, si parla sempre di percentuali di mortalità nelle peggiori interpretazioni che si aggiravano intorno al 5% qualche mese fa, e adesso intorno all’1%.
Ma a prescindere da questo, non si è mai valutato che tra tutti questi numeri, il numero certo è che la vita stessa ha una mortalità del 100%. Ma purtroppo la mente ignorante non si interroga più di tanto e accetta semplicemente il fatto che le cose sono come sembrano. Pensare è un’attività che da una certa stanchezza, specialmente nelle menti poco allenate.
La pigrizia
Eppure oggi, la maggior parte delle persone, nonostante così tanta informazione a disposizione quanto un mare, riescono a nuotare tutto il giorno in questo grande oceano della conoscenza ed uscirne completamente asciutti. Questo accade per un semplice motivo; la pigrizia, ossia non si cerca l’informazione e non la si elabora, ma l’informazione che abbiamo è quella che ci cade addosso e che prendiamo per buona per come qualcuno ha deciso che deve essere percepita.
E quando le grandi masse navigano nell’ignoranza, avendo la percezione di avere la conoscenza, proprio perché sanno che esiste un mare di informazioni, ogni attacco formale all’ignoranza è destinato a fallire perché le masse sono sempre pronte a difendere il loro bene più prezioso.
La loro ignoranza, che è tale da ignorarne persino l’esistenza. E allora qui si innesca il meccanismo di quella opinione pubblica costruita organizzando l’ignoranza della gente, con qualcuno che addirittura ci limita la libertà per il nostro bene, per noi che siamo bambini discoli da educare. Come qualsiasi genitore fa con i propri figli.
Figli “negazionisti” che si servono dei “collaborazionisti”
E per questo si cerca di educare per bene questi figli “negazionisti”, servendosi dei “collaborazionisti”, ossia altre persone ignoranti a cui dare un’uniforme per farle diventare più importanti e che si aggirano con disinvoltura tra la gente che conosce più le regole dei giochi a premi che i propri diritti.
Ci sono due giorni molto importanti della nostra vita, ossia il giorno della nostra nascita e il giorno in cui capiamo perché.
Può darsi che il secondo giorno non arrivi mai o arrivi troppo tardi. Ma per fare in modo che esista anche il secondo giorno, bisogna prima di tutto porsi delle domande e darsi delle risposte.
Il significato del “vivere”
La prima domanda pratica che uno si dovrebbe fare, è proprio il capire la vita di cosa è fatta, se è più importante aggiungere il più possibile anni alla vita o vita agli anni. Cosa significa esistere e cosa significa vivere, se ci è dato modo di decidere come e quando morire o ci è dato solo il decidere come vivere, se abbiamo un’altra vita a disposizione come i videogames o se abbiamo solo questa e solo in questo momento, se vivere una sola volta può essere abbastanza se non si è vissuta, cosa significa ieri, oggi o domani.
Cosa significherebbe far diventare oggi, magari il giorno della nostra morte, la più bella giornata della nostra vita o passarla in lockdown. E ancora, cosa significano i rapporti, gli abbracci con gli amici, la felicità di amare ed essere amati, il contatto fisico e cosa significa il distanziamento sociale, cosa significa incontrare un sorriso e cosa significa incontrare una mascherina FFP2.
“Salva le modifiche?“
Questi pensieri forse faranno arrivare al secondo giorno importante e dopo averci pensato bene, bisognerebbe immaginare una finestra di un’applicazione che chiede: “Sei sicuro di voler salvare le modifiche?” e siccome la vita si restringe o si espande in proporzione al coraggio di ciascuno, a quel punto si decide con coscienza cosa si è deciso di fare delle nostre brevi vite.
Se l’elaborazione è corretta, ci apparirà una schermata che ti dice: “Vai dove vuoi, sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare. E ce l’hai solo adesso”.
Se invece l’elaborazione non è corretta, poca importa, se non si decide della propria vita, ci sarà qualcun altro che deciderà per noi. Si rientra nella statistica dei malati con sintomi. Purtroppo, la paura della vita è la principale vera malattia del ventesimo secolo.
Questa “assembramento “di persone assembramento “di malattia incurabile della paura, sono però la forza e la debolezza dei nuovi dittatori, che hanno fatto un patto con la disperazione di questa gente depressa, che però ha bisogno di mantenere lo stomaco pieno per mantenere la testa vuota, con una certa solidarietà e infamia condivisa tra il governo tiranno e la popolazione che lo lascia fare.
Fonte: articolo di Roberto Recordare