Tempistiche risarcimento danni ComuneNel caso in cui un cittadino subisca un danno, per responsabilità del Comune, quali sono le tempistiche per il risarcimento? Vediamolo insieme.


Può capitare che il Comune sia responsabile di un danno perpetrato ai danni di un cittadino, come ad esempio il malfunzionamento di un servizio comunale oppure il dissesto di strade e marciapiedi.

Le tempistiche per l’eventuale risarcimento danni, però, sono piuttosto lunghi. Ma di quanto tempo si parla nello specifico?

Ecco le diverse casistiche.

Tempistiche risarcimento danni Comune: quanti giorni occorrono?

Facendo riferimento all’art.2043 del Codice Civile, sappiamo che chiunque faccia un danno ingiusto ad altri, è tenuto a versare un risarcimento.

Nell’articolo, non si fa riferimento al termine minimo entro il quale deve essere effettuato il pagamento. In questo modo, possiamo intendere che il risarcimento debba avvenire immediatamente, appena si verifica il danno.

Nell’art. 2947 del Codice Civile, inoltre, si stabilisce che il diritto al risarcimento del danno da fatto illecito possa essere prescritto in cinque anni dal momento in cui è avvenuto.
Si tratta di una regola che deve essere applicata in ogni casistica, anche se è responsabilità del Comune.

Ma la prescrizione può essere interrotta da una richiesta di pagamento inoltrata con raccomandata a/r o Pec.

In quali casi le tempistiche si allungano?

Se un cittadino subisce un danno, per il quale la responsabilità è del Comune, può inviare una diffida di pagamento. Il Comune, dal canto suo, prenderà del tempo per fare degli accertamenti, che possono durare anche alcune settimane.

Occorre sottolineare, inoltre, che per i pagamenti c’è bisogno di una delibera degli organi comunali preposti alle “uscite” e questo allunga le tempistiche del risarcimento.

Maggiore è il danno e più lunghi saranno gli accertamenti da parte del Comune.
Ad esempio, nel caso di infortunio per dissesto di una strada o di un marciapiede, occorrerà tutta la documentazione medico-legale, per poter quantificare l’ammontare del risarcimento.

Nel caso in cui i tempi si dilatino troppo, il cittadino può avviare una causa civile di risarcimento. Operazione che, però, allungherà ulteriormente i tempi, arrivando ad un periodo minimo di tre anni.

Se invece c’è una sentenza di condanna, nei confronti del Comune, la Pubblica Amministrazione avrà tempo un massimo di 120 giorni per adempiere all’obbligo di pagamento delle somme, periodo che inizia al decorrere della notifica della sentenza.

Scaduto questo periodo, si potrà procedere con l’atto di precetto (sempre mediante avvocato), che può portare alla fase di esecuzione forzata, ovvero il pignoramento delle somme del Comune presso la banca.

Come ultimo step, il cittadino può rivolgersi al Tar e richiedere la nomina di un commissario ad acta, che richiederà al Comune di stanziare i soldi per il risarcimento.

Possiamo concludere, quindi, che le tempistiche, per un risarcimento danni, sono piuttosto lunghe e variano a seconda di diversi fattori, come la tipologia di danno e il tempo utilizzato dal comune per gli accertamenti.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it