Lavoreremo due giorni in meno per pagare tasse e contributi. Si torna così ai livelli del 2012, dovuto essenzialmente a una sola ragione: l’eliminazione della Tasi sull’abitazione principale.
Giù. Finalmente giù. Nel 2016 scenderà la pressione tributaria. E così potremo festeggiare in anticipo il giorno della liberazione fiscale. Il Tax Freedom Day, che scatterà alla mezzanotte del 19 giugno, saremo cioè liberi di lavorare per noi dal 20 giugno, mentre nell’anno appena trascorso l’avvenimento si è verificato il 22 giugno. In pratica lavoreremo due giorni in meno per pagare lasse e contributi (il 2016 è un anno bisestile e questo spiega la differenza apparente di tre giornale). Si torna così ai livelli del 2012. E ci allontaniamo un po’ dalle colonne d’Ercole del 30 giugno, passate le quali si lavorerebbe di più per lo Stato, i comuni e i vari enti impositori che per se stessi.
C’è da festeggiare dunque. anche se la corvée fiscale dell’impiegato -reddito 2016 di 49.769 euro, scelto dal 1990 dal Corriere per testare il peso del fisco sui cittadini — resta inesorabilmente lunga, troppo lunga: 171 giorni. In pratica la pressione fiscale scende dal 47,4% al 46,7%. Per capire quanto ingombrante resti, comunque, la presenza dell’Erario basti pensare che in ogni giornata lavorativa di 8 ore ben 224 minuti sono destinati al pagamento di Irpef, contributi, imposte locali e sui consumi e solo 256 sono riservati al proprio budget familiare. L’anno scorso i minuti dedicali alle proprie esigenze erano 252. In pratica ci siamo guadagnati, forse, il tempo di una pausa caffè.
Può sorridere anche l’altro contribuente (nella nostra elaborazione, realizzata con la collaborazione dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, l’operaio che, con un reddito di poco inferiore ai 25.000 euro si libererà del giogo delle tasse l’11 maggio, 24 ore prima del 2015. II suo impegno per rimpinguare le casse pubbliche si prolungherà per 131 giorni. Ma quali sono le ragioni di questa mini-ritirata del Fisco? La discesa della pressione fiscale è dovuta essenzialmente a una sola ragione: l’eliminazione della Tasi sull’abitazione principale. Una misura che ha fatto discutere. ma che ha il pregio di rendere evidente, anche perché la Tasi viene pagata direttamenle dal cittadino, la riduzione del carico tributario.